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86 del rinnovamento civile d'italia


infedeli? Tali son forse i romani d’oggi contro cui Pio nono concitò le armi nazionali ed esterne? O la difesa della patria è cosa empia, e sante sono al contrario la guerra fraterna e l’invasione forestiera?

Ma vi sono certi scrittori piú timorati del papa medesimo. «Il rifiuto animoso di far la guerra fu non solo una risoluzione santa ma uno degli atti piú ragionevoli di Pio nono. L’unitá politica d’Italia capitanata dal pontefice tornava a scapito dell’unitá religiosa, rendendo, per cosi dire, italico il papato. E contro chi si voleva ch’egli gridasse la croce? Contro popoli cristiani, che in veritá inimicano l’Italia ma pur sono figliuoli della Chiesa. Questa confusione dei due ordini avrebbe allo scisma temporale dei romani sostituito lo spirituale dei tedeschi; tanto che un nuovo Arrigo ottavo potea nascere nel campo di Pio nono»1. La nota di confondere i due ordini tocca in vece all’autore ed è la base del suo discorso. Il quale riesce alle conseguenze piú assurde; perché se il papa non può far guerra a un popolo cristiano per paura di renderlo scismatico, egli non potrá né anco inseguire e castigare gli scherani e i corsali cattolici per non indurli a impenitenza e mandarne l’anima in perdizione. Il timore di uno scisma alemanno era vanissimo, e ora che si conoscono i fatti è ridicolo l’allegarlo. Il credere che oggi si trovi acconcia materia a una division religiosa come nel secolo sedicesimo, è un ignorare il genio dell’etá nostra e confondere insieme tempi disparatissimi : un nuovo Arrigo è tanto impossibile quanto un Calvino e un Lutero. E anche allora lo scisma si accese perché l’esca ne era pronta; e se il divorzio del principe ne fu il pretesto, le ricchezze dei chierici e le corruttele ne furono la cagione. A leggere il prefato scrittore si direbbe che in addietro i papi non sieno mai venuti alle mani con popoli e principi cattolici, ovvero che, facendolo, la concordia cristiana ne scapitasse. Ma infinite sono le guerre politiche a cui essi parteciparono dentro e fuori d’Italia senza pur



  1. Lemoinne, Affaires de Rome, Paris. i850, p. 36.