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capitolo duodecimo 49


rintegramento del granduca fu opera di Cosimo Ridolfi e de’ suoi amici. Né io nego che alcuni repubblicani concorressero nello stesso pensiero; ma non che riuscirvi, taluno di essi in vece di essere instauratore diventò prigione. E questo loro disegno è una nuova e solenne conferma della mia politica, poiché io volli fare a tempo e con ottime ragioni di buon successo ciò che essi tentarono troppo tardi, male e senza antivenire né i propri né i comuni disastri1.

Il miglior giudice della opportunitá o della sconvenevolezza dei provvedimenti politici è quello dell’inimico. Ora è cosa nota che l’Austria, appena ebbe contezza della mia risoluzione, in vece di rallegrarsene (come avrebbe dovuto fare se stimava di poter trarne vantaggio) ne prese dolore e spavento; perocché non solo avvisò il danno certo che gliene tornava per le cose lombarde, ma si accorse che le mancava perfino il modo di muoverne decentemente querela. E quanto si accorò del disegno tanto poscia fu lieta di vederlo sventato. Altrettanto avvenne in Napoli, e «la camarilla di Gaeta si vide spacciata: le armi piemontesi restauratrici dell’ordine e della licenza nell’Italia centrale minacciavano la sua esistenza, facevano andare a vuoto i suoi progetti nefandi. Lo sgomento, per le ragioni che la storia registrerá a caratteri indelebili nelle sue pagine immortali, durò pochissimo e, scevra da quel timore, la riazione dell’Italia meridionale non ebbe piú ritegno e prosegui a gonfie vele nell’intrapreso cammino»2. Né per altro il Borbone spedi volando a Santostefano chi persuadesse a Leopoldo di rivocare l’assenso. Col giudizio dei maggiori e piú implacabili nemici d’Italia concorse quello de’ suoi amatori; e non vi ha, in Francia né in Inghilterra né in Germania né altrove, personaggio esperto negli affari politici e affezionato alla nostra causa, il quale non approvasse il partito come unico modo di salvar l’Italia e non si dolesse di vederlo stornato. Quando io giunsi nunzio in Parigi,




V. Gioberti, Del rinnovamento civile dell'Italia - ii.

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  1. Alcune delle ragioni qui esposte a giustificazione dell’intervento si trovano giú accennate nel proemio del Saggiatore (Operette politiche , t. ii, pp. 349, 363).
  2. Massari, I casi di Napoli, p. 252.