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capitolo duodecimo 47


Genova. Se qualcuno avesse allegato che eravi tal convenzione, dite pure che ha mentito. Non solo non v’erano convenzioni, ma non eravi né anco neppure (sic) un fondamento di probabilitá per supporre che convenzioni di questo genere si potessero stipulare»1. La Lombardia ripresa e la mediazione in pendente toglievano all’Austria ogni appiglio di molestarci, e la qualitá del fatto non gliel permetteva, andando noi a rilevare un trono a cui ella aveva speciale interesse, chiamati dal principe suo consanguineo. E quando l’avesse osato, le potenze mediatrici che applaudivano alla spedizione erano impegnate a fare ogni opera per divietarlo. Niuno allegò mai in tal proposito «convenzione» di sorta ma si una promessa; e se Riccardo Sineo, che per ragion del suo ufficio non ebbe né potè avere alcuna parte ai negoziati diplomatici, la negasse, io sarei obbligato a restituirgli l’onorevole epiteto da lui usato. E una semplice promessa bastava a rendere non pur probabile ma certo l’effetto. Imperocché si può credere eziandio in politica alle parole, quando l’obbligo che ne risulta è necessitato dalla ragion delle cose. Ora anche i fanciulli non ignorano che né l’ interesse delle nazioni mediatrici, né quello degli altri governi di Europa, né in particolare la gelosia dell’Inghilterra avrebbero comportata un’invasion del Piemonte, specialmente fatta cosi a sproposito, cioè quando noi eravamo occupati a quietare l’ Italia. Se l’Austria l’avesse assaggiata, saria stata incontanente costretta a recedere. Ma il maresciallo cesareo non era si semplice; il quale, anco dopo il trionfo di Novara e in quello scompiglio universale del Piemonte, non osò tentare le pendici della metropoli.

Poco innanzi io aveva proposto al Consiglio l’occupazione della cittadella di Ancona, come quella che abilitava il Piemonte a superare insieme le renitenze dei puritani e dei prelati e lo rendeva arbitro di Roma e di Gaeta. Solo si volse il pensiero alla marciata toscana, quando l’altro disegno fu rotto dagli scrupoli di Carlo Alberto. I miei colleghi, e in particolare il Sineo,



  1. Sineo, op. cit.