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Ho voluto toccare questi riscontri tra le due specie di azione e di maggioranza, perché mi paiono importanti in se stessi e necessari a formarsi un vero concetto dell’una e dell’altra. Ora, lasciando il primato da parte e ristringendomi aH’egemonia, dico che per sapere a chi tocca in Italia questa prerogativa, uopo è innanzi tratto ricordarsi che, «conforme al consueto tenore di ogni processo dinamico, la forza unitiva dalla circonferenza si tragitta in un centro» (0, dal quale si diffonde per tutta l’area. L’organogenia dei popoli è simile a quella degli esseri materiali, la quale incomincia per via centripeta e si compie per via centrifuga; onde che all ’appuntamento, che è moto verso il centro, sottenira il moto dal centro, cioè l’irradiazione. Nel concorso successivo di tali due moti consiste l’opificio genesiaco della natura, dalle nubilose astrali (per quanto ci è lecito congetturare) sino all’uovo vegetativo e animastico. Non altrimenti s’iniziano e crescono le popolazioni, le quali si agglomerano a principio di sciami dispersi, che ravvicinandosi si mescolano in uno o piú ricetti e ritrovi, i quali, ampliandosi a poco a poco e diventando cittá cospicue, spargono gl’ influssi loro nei paesi circostanti; tanto che al primo momento di concentrazione ne succede un secondo di espansione e di propaggine. Le acropoli greche, che, ingorgandosi a poco a poco e attraendo i demi sparsi, divennero cittá notabili (come si raccoglie dai miti di Cadmo e di Teseo), e uscite da piccole colonie in ampie si propagarono, figurano sensatamente il punto che divide i due moli contrari; poiché, nate da tenui incentramenti diffusi dei tribi ellenici, si trasformarono col tempo in metropoli egemoniche, che è quanto dire in cittá centrali e comandatrici. I correlativi opposti di periferia e di centro si riuniscono nel termine dialettico di «foco», giacché i fochi tengono dell’estremo e del mezzo nella figura armonica dell ’ellisse. Perciò nei paesi che si sprolungano, come l’Italia e la Grecia, la genesi nazionale suol farsi per via ellittica anzi che circolare, vale a dire per opera di piú fochi piuttosto che di un punto unico. Uno di questi centri

II) Gesuita moderno , t. v, p. 429.