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capitolo duodecimo 19


trasmuta in un servaggio maggiore. E che maraviglia che ciò accada? Nulla è durevole nella societá umana se non ha il suo fondamento nella veritá effettuale delle cose e non risponde al grado in cui la civiltá è condotta. Chi travalica questo grado e fabbrica sulle idee sole, non sulla realtá, s’inganna e scambia la politica colle utopie, mostrandosi difettivo di quel senno pratico che è la dote pili rilevante dello statista. Il Risorgimento italiano abbraccia quattro idee capitali e corse sinora per altrettanti aringhi che loro rispondono, cioè le riformej lo statuto, l’indipendenza e la confederazione. Questi quattro capi comprendono tutto ciò che vi ha di ragionevole e di effettuabile nei nostri voti e nelle nostre speranze: il resto, negli ordini presenti d’Italia, è sogno e utopia. Ninno dica che noi vogliamo fermare il corso delle cose, misurandolo coi concetti che ne avemmo in addietro: si confessi piuttosto che facemmo vera stima del paese e del secolo, prefiggendogli il detto termine sin da principio e antivedendo che non si può oltrepassare»1.

«Da queste avvertenze voi potete raccogliere, o signori, quali siano le note proprie della nostra amministrazione. Essa si ristringe fra i limiti ragionevoli dell’italiano Risorgimento ed è risoluta di non oltrepassarli, e quindi ripudia francamente e risolutamente le utopie degli unitari e dei repubblicani. Ma nel tempo stesso ella mira a compiere esso Risorgimento in ogni sua parte; epperò vuole che le riforme siano savie, ma tendano principalmente al bene dei molti; vuole che il principato civile sia forte, ma popolano e benefico; non si contenta di una mezza indipendenza, e la vuole intera, compiuta, guardata dal presidio del regno italico; vuole infine la confederazione fraterna di tutti gli Stati della penisola e una Dieta italiana che la rappresenti. Perciò da un lato la nostra amministrazione si distingue da quelle che ci precedettero; le quali, benché avessero per capi uomini altamente onorandi2, o trascurarono alcuni dei detti articoli o mollemente li promossero o li dimezzarono o anche li contrastarono, e spesso



  1. Operette politiche, t. ii, pp. 32i, 322.
  2. Cioè il Balbo, il Sostegno e il Perrone.