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(parlo dei piú cospicui), comeché digiuni di ogni notizia civile, non solo accettarono i carichi ma gli ambirono e talvolta se li procacciarono con arti poco illibate, e tali carichi che per l’arduitá loro avrebbero sbigottiti eziandio quelli che invecchiarono in tale esercizio. Ora se nelle faccende private il pigliare un assunto superiore alla capacitá propria è grave fallo, quanto piú nelle pubbliche? e in quelle da cui dipende la salute o l’esizio della patria? — Ma forse nacque l’errore da vanitá giovanile e da leggerezza. — No, poiché ripugnarono ai consigli, ai ricordi, alle ammonizioni iterate di coloro che avevano piú titolo e credito di sufficienza e la fiducia del pubblico, i quali non lasciarono intentata alcuna ragione per aprir loro gli occhi e rimuoverli dal precipizio. Una caparbietá cosí insigne non ammette scusa e prova che la burbanza era viziata da mala intenzione. Se fossero di retta fede, porrebbero forse per fondamento essere il sapere, non che superfluo, dannoso all’uomo di Stato? l’acume e il corredo filosofico pregiudicare al genio pratico? Quasi che il genio pratico possa darsi senza antiveggenza, o che questa non sia appunto il frutto di quelle abitudini speculative che non si fondano su vane astrazioni ma sull’esperienza e sulla storia. I successi mostrarono largamente chi desse nel segno e la indovinasse, fra i cultori della filosofia e coloro che l’aveano in non cale. La quale se fosse stata cónta ai municipali e ai puritani gli avrebbe preservati da infiniti errori, gli avrebbe resi un po’ meno avvocati e un po’ piú politici con gran profitto del loro nome e della patria.

Né a ciò ristettero le colpe delle varie sètte, e delle due accennate massimamente. Dirò cosa singolare ma vera: i municipali e i puritani, benché nemicissimi ai gesuiti per gara faziosa, si governarono colle loro massime e ne imitarono gli andamenti. E non è da stupire, ché il gesuitismo è per essenza connaturato ai settari ed al volgo. Come i gesuiti degeneri introducono l’etica farisaica nel cristianesimo, cosí i falsi liberali recano la morale gesuitica nel governo civile. Come i primi hanno per intento supremo la dominazione del loro ordine e poco si curano che la religione pericliti purché la Compagnia si salvi,