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libro primo - capitolo quarto 93


ai cenni e cosí dipendenti dai casi esteriori, che ogni moto e tentativo per migliorare le nostre sorti fu oppresso nel suo nascere o interrotto nel primo corso; tanto che siamo a discrezione non solo delle armi ma dei capricci e dei comandi di oltremonte. La prima rivoluzion francese troncò le riforme incominciate dai principi, come l’ultima sventò il riscatto intrapreso dai re e dai popoli. Finché dura questo satellizio, vano è lo sperare che l’Italia risorga; e durerá fino a tanto che l’italianitá del senno e del costume non si rimette. «Non fate — diceva il piú insigne ordinatore di popoli che si ricordi — secondo le opere del paese di Egitto nel quale albergaste, né secondo quelle del paese di Canaan dove io vi scorgo, e non imitate i loro costumi»1. Anche i Maccabei, ponendo mano a una guerra di redenzione, non istimarono di poter vincere senza gelosia del rito patrio, né credettero di detrarre ai pregi e ai meriti della civiltá greca ripudiandone come barbara l’imitazione schiavesca. Cosí pure un gran romano non pensò di offendere la patria biasimando i britanni «non pratichi» che la copiavano a sproposito, «chiamando civiltá ciò che era spezie di vassallaggio»2; imperocché in tal caso il buono diventa reo presso le nazioni come negl’individui, soffogando il natio che solo può crescere e fruttificare.

Dal che però non segue che si abbia da rigettare quello scambio e commercio reciproco di cognizioni, di studi, di trovati, che è uno degli effetti piú salutevoli della cultura e fa di essa come un patrimonio domestico onde, a guisa di fratelli, i popoli godono in comune. O che non faccia per gli Stati a proposito di conformarsi gli uni cogli altri intorno ai capi piú importanti della vita civile, sicché quando l’uno di essi fa un passo notabile nella via del perfezionamento, non debbano gli altri, se possono, accomodarvi il progresso proprio; onde si mantenga al possibile fra loro quella omogeneitá e consonanza, che va crescendo col crescere della gentilezza e fa che l’Europa sia

  1. Levitico, xviii, 3.
  2. Tac., Agr., 21