Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 1, 1911 - BEIC 1832099.djvu/81


libro primo - capitolo terzo 75


alla morale, alla famiglia, accrescendo il numero dei loro nemici. Parlo generalmente, perché non ignoro che si trovano fra i conservatori uomini di retta fede, teneri della felicitá comune e sviati per semplice error di giudizio; i quali però non sono forse i piú focosi né i piú esagerati né i piú attivi ed inframmettenti, e a loro certo la storia imparziale non attribuirá un giorno i mali che nasceranno.

Nei governi di questo terzo periodo (non dico in tutti i governanti) prevalse manifestamente la bieca intenzione di valersi della repubblica per distruggere la repubblica e restituire il principato, sovrattutto da che i fautori di questo ebbero il predominio nel nuovo consesso legislativo. E siccome lo scopo era impossibile e il proporselo argomentava una cecitá singolare, cosí d’allora in poi tutti gli ordini pubblici fecero a chi peggio, non solo imitando ma aggravando i falli dei preceduti. È fuor di dubbio che a riordinare gli Stati giova l’aiuto della religione, efficace e principalissima fra le molle sociali. Ma chi vuole che gli altri credano dee prima di tutto credere egli stesso, perché senza la fede non edifica e pochi inganna la divozione. I popoli sono come i fanciulli ingegnosi, che discuoprono con istinto finissimo le arti e le imposture dei loro maestri. Perciò il pio zelo di cui i conservatori si mostrarono improvvisamente infocati non illuse alcuno, trattandosi di uomini avvezzi dalle unghie tenere a ridersi delle cose sacre e far pubblica pompa di miscredenza. A una religione che era in sostanza una larva ipocrita conveniva un mezzo proporzionato. Gl’instauratori politici elessero il piú acconcio, cioè i gesuiti; e si videro giornalisti, oratori, filosofi, che poco dianzi li cacciavano e da trent’anni li combattevano, abbracciarli, magnificarli ad un tratto, dando loro in balía la patria e le coscienze. Cosí laddove i vecchi Borboni aveano protetti i padri, costoro ne ambirono, ne mercarono il patrocinio, e per andar loro ai versi fecero ogni bruttura, chiamando, come quel tiranno antico, «conservatori delle leggi» i nemici dei valentuomini1. L’alleanza gesuitica fu spalleggiata

  1. Tac., Ann., iv, 30.