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     Ché se la voce tua sarà molesta
nel primo gusto, vital nutrimento
lascerà poi quando sarà digesta.
     Questo tuo grido farà come vento,
che le più alte cime più percuote;
e ciò non fia d’onor poco argomento.

Dante, Par., xvii, 130-5.


PROEMIO

Della prima parte di quest’opera io abbozzai in fantasia il disegno nell’autunno del quarantotto, dappoiché l’esito infelice della campagna sarda e le pratiche sostituite alle armi mutarono l’indirizzo e apparecchiarono la ruina delle cose nostre. Ebbi poi il pensiero della seconda dopo la pace di Milano e il ristauro del principato ecclesiastico; i quali due fatti furono la fine del Risorgimento italico, come le riforme di Pio nono e la sollevazione lombarda ne erano state il principio. Ma non mi affrettai di stendere e indugiai a compiere il mio lavoro per diverse cagioni. Imperocché io non poteva discorrere prudentemente dell’avvenire senza conoscere la via per cui sarebbero entrati i governi di Napoli, Roma, Toscana dopo i comuni disastri; e pogniamo che fosse facile il conghietturarlo (come si può raccogliere da qualche mio scrittarello divulgato in quei giorni), ragion voleva che io attendessi i fatti per accertare le mie conclusioni e impedire che paressero a molti inopportune, temerarie e precipitose. Parvemi anche dicevole di star a vedere che avviamento pigliasse il Piemonte dopo la pace e che fiducia potesse avere l’Italia negli uomini che lo reggono. E mi sarei fatto scrupolo di sentenziar troppo presto, sapendo che i governi non vogliono essere giudicati da qualche atto

V. Gioberti, Del rinnovamento civile d’Italia - i. 1