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libro primo - capitolo undecimo 371

e la suggellarono col sangue: benedirá quei prodi giovani che aveano giá combattuto da uomini in Milano e sui campi lombardi, e con pietosa riverenza perpetuerá la memoria di Enrico Dandolo, Goffredo Mameli, Luciano Manara ed Emilio Morosini 1. Essa dirá che il Garibaldi e l’Avezzana, antichi campioni della libertá italica, avendo esuli fatto chiaro in America il nome patrio colla loro bravura, accorsero in Italia al primo augurio di redenzione; e offerta indarno ai ministri di Carlo Alberto la loro mano incallita nelle battaglie, si rivolsero alla repubblica perché disperarono del principato2. Essa in fine accoppierá insieme indivisibilmente Venezia e Roma nella stessa gloria, avendo amendue provato al mondo che

l’antico valore

negl’italici cor non è ancor morto,
poiché ivi poche quadriglie di cittadini e di giovani nuovi agli assedi e alle armi sostennero piú mesi l’impeto ostinato non giá di un nemico vile e scomposto ma dei soldati piú fieri e agguerriti di Europa.

A questa lode immortale non partecipano quei puritani che laceravano i difensori di Roma col titolo di «aristocratici», mentre essi teneansi lontani dall’odor della polvere e dalla faccia dell’inimico3. Non ci participa il Mazzini che, in Roma come in Lombardia, evitò sempre cautamente i pericoli e non ebbe mai cuore d’animare i combattenti colla sua presenza; dove che

  1. Vedi l’opera di Emilio Dandolo giá citata.
  2. Giuseppe Garibaldi, approdando a Genova, fu tentato da alcuni repubblicani, che rimandò dicendo doversi abbracciare dagli amatori d’Italia l’insegna liberatrice del Piemonte. Altrettale era l’animo di Giuseppe Avezzana. Amendue proffersero i loro servigi e furono (chi ’l crederebbe?) ritrattati dai ministri della mediazione, i quali affidavano nello stesso tempo un grado importante e geloso al general Ramorino, che invano lo aveva chiesto a Gabrio Casati ed a’ suoi colleghi. Tanta era la finezza di quei signori nel fare stima degli uomini! Dell’infelice Ramorino fu chiarita l’inubbidienza non giá il tradimento, e tuttavia non fu graziato; dove che di altri simili falli (e forse maggiori), che cooperarono alla rotta di Novara, non si fece parola in giudizio.
  3. Dandolo, op. cit., p. 164.