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la repubblica ed esserne procuratori, amavano meglio il dispotismo antico che lo statuto.

Ho avvertito con franchezza l’errore, ma ora debbo aggiungere che esso fu compensato per parte dei generosi da molte virtú. Imprima la repubblica fu piú tollerata che voluta dal popolo, il quale «non avea nessun colore politico. Un grande odio pel governo clericale e molta indifferenza su tutto il resto mi sembra sieno le sue prerogative piú notevoli»1. «I cittadini erano talmente stanchi di abusi e di rimutamenti politici che si erano tranquillamente assoggettati al governo repubblicano, sebbene il vero partito repubblicano fosse piccolissimo, rappresentato solo da pochi giovani ardenti e di buona fede e ingrossato dalla turba degli speculatori, che dappertutto sogliono irrompere dove hanno qualche cosa a sperare nell’inevitabile disordine di uno stato eccezionale»2. Il nuovo Stato, a dir proprio, ebbe per primo autore il governo di Gaeta coi passati falli e le ultime durezze, e per complici principali i puritani. Il popolo non pensò a farlo, ma quando lo vide fatto fu ardente a difenderlo, come rifugio e presidio contro l'abborrita dominazione dei sacerdoti, che le armi forestiere chiamate dal papa venivano a rimettere. Cosicché i piú non ravvisarono in esso che la riscossa del laicato romano dal ceto ieratico, la quale prese facilmente forma di repubblica, essendoché ogni municipio che si libera dall’oppressione è in sostanza una piccola repubblica, e questa voce in origine fu sinonima di «franca cittadinanza». Considerando la cosa per questo verso, chi può dar biasimo ai moderni romani di aver imitati i loro maggiori, che si lodano a cielo perché combatterono e domarono un’aristocrazia assai piú mite e men degenere della pretesca? Ché se il governo in generale fu debole e non seppe o non poté antivenire alcuni eccessi (ampliati ed esagerati dai fogli gesuitici e retrivi d’Italia e di Francia), irreprensibile da ogni lato, bella ed eroica fu la difesa. La storia ricorderá con lode coloro che l’ordinarono col senno, l’eseguirono col valore

  1. Dandolo, op. cit., pp. 170, 171.
  2. Ibid., p. 170.