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libro primo - capitolo primo 29

a’ suoi costumi, immedesimati colla sua indole, atti ad accordarla e stringerla cogli altri popoli, e che bene usati possono essere una molla efficacissima di pace, di gloria, di prosperitá, di durata e di potenza1. D’altra parte la storia e l’esperienza c’insegnano che molti dei moti preteriti andarono a male perché piú o meno infesti in effetto o stimati tali al regio potere e alle credenze ortodosse, onde trovarono dentro e fuori molti nemici e la tiara si strinse collo scettro per ispegnerli.

La monarchia e la religione cattolica sono vivaci, se si ha l’occhio all’essenza loro. Ma certo non possono fiorire e cooperare al ristauro italiano se, purgate dai difetti e dai vizi accidentali, non si ritirano al loro principio. Nocciono alla monarchia l’ignavia e l’arbitrio dei dominanti; onde le leggi son difettuose, l’amministrativa male assettata, l’instruzione rancida o manchevole, l’educazione nulla o corrotta, l’uguaglianza civile non ha guarentigie, il commercio stagna, l’industria languisce, la civiltá in universale pausa o dietreggia. I quali disordini nascono dalla potestá regia, perché sregolata ed inerte, non avendo sprone che la punga né freno che la corregga. La libertá informi il principato e il popolo partecipi al reggimento: in tal modo alla conservazione si accompagnerá il progresso, all’unitá del comando la norma immutabile della legge, al braccio del principe il senno dei dotti e degl’ingegnosi, al privilegio ereditario il merito dell’elezione. Quanto possa la monarchia, non ostante le sue imperfezioni, quando è avvivata dagli spiriti civili, ce lo mostra in parte col suo esempio la libera e potentissima Inghilterra. Il cattolicismo partecipa alla magagna della monarchia a causa dell’alleanza contratta coi governi assoluti e dispotici, e ne ha una sua propria, cioè la confusione del temporale collo spirituale nei vari Stati, ma specialmente nell’ecclesiastico; la qual confusione gravemente pregiudica alla cultura e alla religione

  1. Si noti, per quanto riguarda il cattolicismo, che in questo discorso si considerano soltanto i suoi effetti civili e non mica i titoli che lo privilegiano come culto. Imperocché, se filosoficamente è la prima delle religioni, teologicamente è la religione unica.