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CAPITOLO UNDECIMO

dei puritani e dei democratici

Il carattere proprio dei puritani (giova il ripeterlo) non consiste mica nel prediligere la repubblica e nel promuovere giudiziosamente questa forma di cittadinanza, ma sí bene nel predicarla fuor di proposito e a detrimento dei beni di maggior conto, nell’intolleranza assoluta di ogni altro ordine (eziandio che richiesto dai luoghi e dai tempi) e dello stesso vivere repubblicano, se essi non ne hanno l’indirizzo ed il monopolio. Alcuni di questi vizi procedono da corto intelletto e da ignoranza, per cui è facile lo scambiare l’essenza dello Stato libero cogli accidenti; ma l’ultimo nasce da pervertimento di volontá, guidata nella sua elezione da studio di parte, ambizione di puntiglio, desiderio di vantaggiarsi, anzi che da sincero amore della felicitá comune. Il vizio capitale del puritanismo pel primo rispetto consiste nell’escludere assolutamente alcune forme politiche buone in se stesse, anzi che nell’approvarne un’altra egualmente buona; onde il sistema viene a essere da questo lato negativo solamente. Pel secondo rispetto è positivo ma personale, versando intorno agli uomini non agli oggetti; nel che risiede piú specialmente la sua indole faziosa. Ora egli è chiaro che i fautori di tal dottrina, sia come negativa in teorica sia come personale in pratica, si distinguono essenzialmente dagli amatori giudiziosi e imparziali di repubblica.

Onde e come nascesse e si dilatasse nell’etá moderna la vaghezza degli ordini repubblicani, sará di altro luogo il cercarlo. Certo si è che questa vaghezza regnava giá presso alcuni nel quarantotto, come oggi tende a vie piú propagarsi, in alcuni