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libro primo - capitolo primo 27

sempre meno ignobile di una legge portata e imposta di fuori. Ma il dominio intellettuale degli esterni, benché meno appariscente e spiacevole, è altrettanto indecoroso e pregiudiziale. Troppo ripugna che altri ottenga l’autonomia politica, rinunziando la morale, che ne è il fondamento e risiede nella franchezza dello spirito, nell’uso intero e nel libero esercizio di tutte le sue potenze. Se tu non sai pensare da te, sentire da te, volere da te, non t’incoglierá bene a supplirvi coll’altrui cervello, dal quale potrai ricevere l’uso debole e precario, ma non mica il vigoroso possesso e il magisterio di una dottrina. Il che se è vero e certo dei particolari, non è meno indubitato del pubblico e delle nazioni. La civiltá delle quali è proporzionata alla coscienza che ciascuna di esse ha di se medesima, e quindi delle forze e della dignitá propria, dei diritti, dei doveri e uffici speciali a cui è deputata dalla Providenza. Ora il senso di se stesso non si può ricevere di fuori come fosse un elemento, né trarre come una merce, né apprendere come una lingua; ma dagl’intimi seni del proprio animo scaturisce. O forse gl’italiani ne mancano e ignorano la capacitá loro? Gran cosa mi parrebbe se dovessero impararla da oltremare o da oltremonte. Essi sapranno ciò che possono essere quando si ricorderanno di quello che furono: le memorie d’Italia contengono le sue speranze. Niun popolo fu maggiore dell’italico negli ordini del pensiero e dell’azione; niuno fece imprese piú universali, piú durevoli, piú segnalate, né si mostrò piú atto ad esercitare il principato morale del mondo. Ecco la via che si dee correre; la trascuranza della quale rendette finora inutile ed infelice ogni nostro conato. L’Italia non può sorgere a nuova vita se non ne cerca i semi in se stessa; e la sua modernitá dee rampollare dall’antico ed essere propria e nazionale. La sua redenzione vuol procedere spontaneamente cosí nei concetti come nei modi, in guisa che l’avvenire germini dal presente e dal passato; e quindi essere italiana di princípi, di mezzi, di norma, di processo, di fine, di spiriti e d’indirizzo. Ed essendo spontanea e italiana, sará eziandio moderata, conciossiaché la moderazione risegga nel conformarsi alla natura, che non cammina a salti né a balzi,