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libro primo - capitolo nono 277


possibile, ma facile e ad un tempo urgente e necessaria1. Giá avevano i ministri dei 19 di agosto rifiutati i plenipotenziari per intendersela col Rosmini e col papa: ora tornano alla medesima ragia. Chi non vede che l’indugio nel secondo caso equivaleva al rifiuto nel primo? e donde poteva nascere se non dall’avversione al congresso e alla lega? Se avessero in effetto desiderato l’uno e l’altra, in vece di far domande ridicole e non possibili ad ottenere, avrebbero spediti i plenipotenziari richiesti. Il che da un lato non gl’impegnava circa le condizioni della lega; e dall’altro avrebbe avuto il vantaggio inestimabile di stabilire un principio di Dieta italica, dove i comuni interessi si sarebbero trattati dagli eletti delle varie provincie sotto la scorta di un uomo cosí esperto e autorevole come Pellegrino Rossi.

A leggere con che altezza d’animo egli sfolgora il sardo governo, questo mi dá l’immagine di un pulcino fra gli artigli di un’aquila. Se i ministri torinesi avessero avuto fior di senno, si sarebbero gloriati di condiscendere a un tant’uomo e d’inchinarsegli come a maestro. Ma l’ignoranza suol essere presontuosa e stolida, e il municipalismo è implacabile verso gl’ingegni privilegiati. Il Rossi avea la colpa non remissibile di antiporre l’Italia al Piemonte e di penetrare colla sua perspicacia il vero scopo della mediazione, la gretta cupidigia dei municipali subalpini, la loro ipocrisia politica e le vere ragioni per cui abborrivano dai patti richiesti. «Nelle trattative — dic’egli — che il Piemonte provocava capitolando a Milano e accettando poscia la mediazione straniera, men difficile gli riuscirebbe forse ottenere alcuna parte dei vasti territori che ei desiderava. E l’Italia, in mezzo alle sciagure ove l’hanno tratta gli errori e le follie di tanti, proverebbe, vero è, alcun conforto nel vedere il regno piemontese alcun poco ingrandito»2. Mal coglierebbe il pensiero dell’uomo sommo chi da queste parole lo argomentasse avverso all’unione politica dell’Italia settentrionale.

  1. Farini, op. cit., t. ii, p. 383.
  2. Ibid., p. 381.