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sicula risoluta, e via discorrendo... La diplomazia forestiera era piú potente di chi reggeva lo Stato: gli oratori oltramontani andavano e venivano dal campo senza pur farne motto al ministro che era sopra gli affari esterni»1. Signori ministri e municipali, direte ancora che io vi calunnio? Potete negare che il Revel abbia avuto ed esercitato il governo effettivo, mentre il Casati e i suoi colleghi lo tenevano in apparenza? Ciò non risulta manifestamente dalla pubblica confessione del ministro e dalle ragioni allegate per discolparlo?

Ho detto che io venni aggiunto in cerimonia all’ufficio di creare la nuova amministrazione, essendo che le mie pratiche col Revel si ridussero ad alcuni colloqui senza effetto, di cui diedi fuori una breve esposizione2. Non fui informato della mediazione soscritta, né richiesto del mio parere sull’elezione degli altri membri, e con qualche stupore intesi dal Pinelli ch’egli doveva essere uno di questi. Tutti i termini che si possono usare con un vecchio amico, io gli misi in opera per dissuaderlo di accettare. Gli esposi le ragioni giá espresse al Revel intorno ai pessimi effetti che avrebbe sortiti la loro politica, e conchiusi con alcune considerazioni che mi toccavano personalmente. Non volesse rompere né intorbidare una tanta e sí antica amicizia. Io non intendeva far forza alle sue opinioni, ma il pregava solo d’indugio nel consentire alla profferta. Stesse a vedere per qualche tempo, e io mi affidava che ben tosto l’evidenza dei fatti l’avrebbe indotto a mutar parere. Usasse meco questa prima condiscendenza in contraccambio delle molte che io aveva avute verso di esso, rientrando in patria, andando a Milano e poi a Roma, rifiutando il portafoglio e poi accettandolo e consentendo di essere deputato per compiacergli. Pensasse che io non sarei

  1. Discorso dei 23 di agosto 1848 al circolo politico nazionale di Torino.
  2. Operette politiche, t. ii, p. 176 seg. Ivi però taccio una circostanza da me allora ignorata, cioè che un nuovo ordine del principe mi sostituisse Felice Merlo nell’ufficio d’intendere col conte di Revel la nuova amministrazione. Questa circostanza è tanto piú credibile quanto che da un lato tenne dietro alla legazione occulta di questi due personaggi, dall’altro spiega e giustifica il contegno usato meco dal conte in questa faccenda.