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libro primo - capitolo ottavo 197


a spegnere ogni vestigio dei tempi barbari e a far regnare il pensiero moderno in tutto il mondo civile.

Negli anni addietro esse camminavano alla spartita e, non che accomunare i disegni e l’opera, si guardavano in cagnesco e anco talvolta si azzuffavano. Ma il moto riformativo d’Italia, la rivoluzione francese del quarantotto, le commozioni che ne seguirono in varie parti di Europa e la democrazia minacciante mostrarono loro l’opportunitá e il bisogno di unire i consigli ed affratellarsi. Al che eziandio le confortava la ricordanza delle comuni origini; quando il dispotismo moderno e il gesuitismo nacquero insieme verso la metá del secolo sedecimo, e insieme rinacquero nel terzo lustro del nostro. Senza che, ciascuna di loro avendo in proprio certi tali vantaggi che mancano all’altra, elle non possono promettersi di conseguire i rispettivi loro fini se non ricompiendosi scambievolmente. L’Austria ha le armi, la potenza, il governo e tutti quei mezzi materiali ed esterni che un ampio Stato somministra: la Compagnia possiede il maneggio delle coscienze e la molla degli affetti religiosi accesi dal fanatismo, oltre il nerbo che le conferisce l’essere una consorteria clandestina e pubblica, illegale e giuridica, sacra e profana ad un tempo, largamente sparsa, mirabilmente organata, congiunta in palese colla gerarchia cattolica e intrecciata in occulto con molte e svariatissime clientele. Ciascuna delle due potenze può dunque rifarsi e vantaggiarsi dell’altra; dove che, scompagnate, sono amendue tronche e difettive. Chi vuole signoreggiare gli uomini fuori della veritá e della giustizia dee prendere la loro maschera, adoperando la frode e la forza, e quindi, come dice il Machiavelli, «saper bene usare la bestia e l’uomo, e di quella pigliare la volpe e il lione; perché il lione non si difende da’ lacci, la volpe non si difende da’ lupi»1. Ora l’Austria e la Compagnia si partono appunto i due princípi del male, la forza e la frode, il lione e la volpe; il concorso dei quali è oggi piú che mai necessario, se non per vincere il mondo, almeno per impedire di esser vinto. L’alleanza dei padri e

  1. Princ.,18.