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proemio 13

sola di queste è follia inescusabile, come sarebbe in un cittadino che, avendo appena il necessario per vivere, come superfluo lo consumasse. Perciò se alcuni degli aiuti che la causa italiana potea avere nel quarantotto mancarono, altri sono ancora in pronto o almeno non è tolta ogni speranza di usufruttuarli. Tali sono le instituzioni civili del Piemonte: e una parte del mio scritto versa appunto nel cercare il modo come potrá la casa di Savoia gloriare se stessa e salvar l’Italia fra i moti che nasceranno. Oltre l’importanza intrinseca di questo capo, due considerazioni m’indussero a non trascurarlo. L’una, ch’esso è combattuto da alcune scuole democratiche piú ardite che esperte, i cui dogmi, se prevalessero, potrebbero ammannire alla nostra patria una nuova mèsse di falli e di sciagure. L’altra, che dovendosi a tal effetto dire alcune veritá severe intorno alle cose e alle persone, questo ufficio non potrebbe adempiersi per ogni parte da chi è in paese senza incorrere nella nota di cupido e di ambizioso. Io fra gli altri non andai salvo da questa taccia, allorché nel quarantotto combattendo gli autori e i complici della mediazione, i loro amici gridavano a coro ch’io volea diventar ministro. Ora questo sospetto non può piú aver luogo, quando non pure io sono esule, ma il mio esilio sará perpetuo; imperocché avendo assaggiata due volte la cortesia, la giustizia e la gratitudine del principato subalpino a mio riguardo, non saprei risolvermi a farne una terza esperienza. Perciò quella parte de’ miei compatrioti che aspira agli onori e alle cariche può assicurarsi che non le incontrerá mai di trovarmi nel numero dei concorrenti.

Ma se niuno potrá muovermi l’accusa di ambizione, resta a vedere se io abbia quelle altre parti che si ricercano a fare che sia accolto benignamente e ascoltato chi discorre di cose gravissime. Io non ho veramente né titoli né dignitá né provvisioni né onori da mettere innanzi a guisa di guarentigia della mia onestá e sufficienza; ma in vece posso vantarmi di avere osservato con iscrupolo i miei giuramenti, fatto schietta e candida professione delle mie massime, esposta la mia fama agli affronti e la vita ai pericoli pel mantenimento delle nostre instituzioni.