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avrebbe per effetto di spegnere la vera scienza, peggiorar l’educazione, crear pericoli allo Stato, abilitando i gesuiti e i loro numerosi clienti a corrompere l’etá tenera, seminar l’ignoranza e scalzare secretamente le libere instituzioni? Eccovi che la tolleranza eccessiva della repubblica francese verso i padri cooperò non poco alla sua declinazione; quando da loro mosse principalmente la bieca politica che, prima in occulto e oggi a visiera alzata, trama il ristauro del regno e l’abolizione di ogni franchigia. Or se tanto essi nocquero in Francia non ostante la civiltá provetta, che non farebbero in Italia, dove la gentilezza è minore, piú numerosi i nemici del bene e piú viva la consuetudine del servaggio? O piú tosto, che non hanno fatto; quando essi maravigliosamente aiutarono le variazioni di Pio nono, l’impresa di Roma, l’oppression di Toscana, la tirannia di Napoli e la guerra mossa dai prelati alle libertá del Piemonte? I gesuiti consacrano colla religione i capitoli di Vienna, come questi proteggono cogli eserciti i gesuiti. Le due cose sono indivise; onde ragion vuole che cessino insieme e che abbiano comune la morte non altrimenti che la culla loro. Il che sarebbe vano a sperare, posto gli ordini di una libertá infinita. Dopo alcuni lustri di buona educazione civile, spente le sètte nocive o scemate di forze, di credito, di clientele, assodate le instituzioni liberali, migliorato il costume, accresciuta e sparsa la dottrina, indebolita la superstizione, purificata e rinvigorita la religione, avvalorato il senno pubblico, tal cosa verrá ben fatta che ora sarebbe di danno o di rischio, e il popolo potrá fruire una «libertá libera», per usar la frase del Machiavelli1. Se non che anco sotto il regno di quella, chi regge non dovrá dismettere affatto né l’indirizzo dell’educazion popolana, né quello dei forti studi, né la vigilanza sopra le sètte, e meno ancora tollerar le fazioni, che hanno per intento di corrompere i teneri animi, sedurre gl’inesperti, diffondere una morale perversa e turbar la quiete delle famiglie.

  1. Ritr. dell’Alem.; Rapp. della Magna.