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che prese la prima rivoluzione francese nel suo secondo periodo, quando gli assalti esterni, le trame di corte, l’egoismo dei borghesi, la rabbia dei privilegiati, la pervicacia, la tristizia dei retrivi e lo sdegno del popolo precipitarono il corso di quella dal principato civile alla repubblica. Due sètte si divisero allora il maneggio delle cose e per qualche tempo si bilanciarono. Gli oratori della Gironda, presa dal ginevrino l’idea elvetica, inclinarono al sistema federativo, che è il municipalismo mascherato, poco propizio all’unitá della nazione, e furono i primi a levar l’insegna repubblicana, atteso che la repubblica piú si accosta al concetto municipale, e la monarchia al nazionale1. Ma se i montanari propugnarono l’unione della patria e prevalsero di senno e di zelo nel salvarne l’indipendenza, non può negarsi che non favorissero le violenze plebeie, macchiassero la libertá colla licenza e col sangue, e non solo allora spegnessero, ma tardassero la repubblica per l’avvenire, giacché anche adesso le ricordanze lugubri e paurose di quegli anni sono il maggiore ostacolo che si frapponga al quieto stabilimento degli ordini democratici.

La dottrina politica del Rousseau mancava di una base speculativa ed enciclopedica che le desse forma e valore di scienza, ché le indagini a fior di pelle dei sensisti non meritavano questo nome. Supplí in qualche modo al difetto la scuola alemanna degli hegelisti, la quale è come la metafisica della politica accreditata presso un certo numero di democratici. Il sistema filosofico dell’Hegel ha del vero e del sodo in alcune parti e argomenta nel suo artefice una rara finezza di speculazione. Ma avendo ricevute le prime mosse dal sensismo e psicologismo cartesiano (mediante le successive scuole dello Spinoza, del Kant e dei filosofi posteriori) ed essendo viziato di panteismo, racchiude i germi di ogni errore. Come l’assintoto non può mai raggiungere l’iperbole interminata, cosí il panteismo non può cogliere l’idea dell’infinito. Ora la filosofia infinitesimale essendo

  1. Nessun nome cospicuo, salvo Camillo Desmoulins, precorse ai girondini nel parteggiare apertamente per la repubblica.