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ma è servo in effetto, poiché vive a discrezione dei piú potenti e non è padrone né arbitro di se medesimo.

L’azione estrinseca dei popoli varia secondo i tempi. Nelle etá rozze o poco civili ella suol essere brutale ed esercitarsi per via di crudeli conquiste, come quelle delle popolazioni germaniche, arabiche, finniche e mongoliche nel corso del medio evo; o mista di legalitá e di forza, di dolcezza e di violenza, come in Alessandro, negli antichi romani e recentemente in Napoleone. Laddove la leva propria dei secoli piú disciplinati è pacifica e spirituale, versando nel cambio delle idee e degli utili e nella morale onnipotenza dell’ingegno e del senno; l’uso delle armi non ci concorre altrimenti che come accessorio e a tutela non ad offesa della giustizia. Tal è la signoria che il pontefice romano ebbe nei bassi tempi, quella che la moderna Europa ha sul resto del mondo, che la Francia d’oggi potrebbe aver sull’Europa, che il Piemonte sortí per pochi istanti sul rimanente della penisola. Napoleone cadde perché tentò di sostituire i cannoni ed il ferro alla forza civile in tali tempi che piú nol consentivano, volendo farla da dittator militare anzi che da sapiente e pacifico moderatore. Oggi adunque l’azione esterna non può essere salutare e durevole se non ha una misura ed un limite, guardandosi di non trapassarlo, il quale risiede nell’autonomia e spontaneitá delle nazioni. Ognuna di queste ha la sua individualitá propria e inviolabile, a cui gl’influssi e gli aiuti esteriori vogliono attemperarsi in guisa che non la sforzino né mutino punto il suo nativo e spontaneo indirizzo. Solo nel giro della nazionalitá interno l’uso delle armi è legittimo se richiesto a conservarla, giacché in tal caso la forza non corre da nazione a nazione ma da un membro all’altro dello stesso corpo. Ora egli è degno di considerazione che quei medesimi conservatori i quali celebrano l’ignavia e la solitudine come strumento potissimo di salvezza, che veggono a occhi asciutti i forti ingoiare i deboli e perire i popoli eroici senza pure aprir bocca né muovere un dito per compiangerli e sovvenirli, che spacciano per santo l’egoismo piú ignobile, dicendo che ciascuno non dee pensar che a se stesso; si scostano da questa regola in un solo