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attinenze dell’individuo colla famiglia, della famiglia col tribo e colla cittá, della cittá collo Stato e col popolo, del popolo colla nazione, della nazione colla razza e della razza con tutta la specie. Ciascuna di queste relazioni importa una comunicanza e ne nascono varie sorti di pratica e di compagnia scambievole, come a dire i parentadi, le consorterie, i commerci, le conquiste, le colonie, le missioni, i pellegrinaggi, le legazioni, i trattati, i compromessi, le alleanze, gli anfizionati, le egemonie, le cosmopolite, le influenze di vario genere, e specialmente la ragione, o dirò meglio la religione delle genti, che è la suprema regolatrice e mantenitrice di tali legami scambievoli. La civiltá è ad un tempo causa ed effetto di essi, imperocché, come li produce e avvalora, cosí ne profitta e ne piglia incremento, esercitando, per cosí dire, l’ufficio di mediatrice tra il didentro e il difuori delle varie aggregazioni, girando e rigirando per ciascuna di esse come il sangue per le arterie e per le vene, informandole come l’anima informa le membra e facendo di tutte un solo corpo.

I vincoli che stringono insieme le odierne nazioni di Europa sono tre principalmente, cioè le idee mediante la stampa, le industrie mediante i traffichi, e la politica mediante le armi e le convenzioni. La politica esterna mira alla conservazione dell’equilibrio, e questo a mantenere l’indipendenza degli Stati coll’impedire la soverchia preponderanza dell’uno o dell’altro. Ma l’equilibrio è oggi piú che mai una chimera, atteso il prevalere incessante della Russia; e anche in addietro fu piú apparente che reale, perché scompagnato dal suo correlativo. Il quale consiste nell’armonia, imperocché gli Stati non possono veramente bilicarsi fra loro durevolmente se non son bene assettati in se medesimi, e quindi se le unioni e divisioni politiche non corrispondono alle naturali, che è quanto dire se gli Stati non armonizzano colle nazioni. Ogni qual volta l’assetto statuale è fatto in guisa che le nazionalitá dei popoli sieno offese collo smembramento e la soggezione, l’equilibrio ne scapita; conciossiaché avendo esso per iscopo l’indipendenza, e’ ripugna che gli Stati sieno liberi e autonomi mentre è distratta e violata