Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 1, 1911 - BEIC 1832099.djvu/126

120 del rinnovamento civile d'italia


corso, è il modo piú sicuro di far che trabocchi ed inondi con impeto insuperabile. Vero è che l’autore dell’aforismo consiglia per rimedio la religione. Ma siccome le credenze per mala ventura sono affievolite nei piú, la religione è uno di quei rimedi che abbisognano essi di medicina. — Rimettetela in vigore. — Ottimo consiglio; ma oltre che ci vuol tempo e che non bastano a tal effetto i cappuccini né i gesuiti né i cardinali, questo è uno di quegli uffici che non toccano allo Stato, il quale ogni volta che s’intromette delle cose sacre le guasta vie meglio in vece di racconciarle. — Ci provvegga la Chiesa a cui incombe tal carico. — Benissimo; ma anche la Chiesa è un difensivo che oggi pur troppo ha mestieri di essere difeso, e quindi non basta a sostegno di ciò che crolla e periclita. Verrá tempo (giova sperarlo) in cui la religione e la Chiesa rifioriranno; ma esso è ancora lontano, e in questo intervallo il loro aiuto non basta agli Stati vacillanti. Coloro che si contentano di tali spedienti si ravvolgono in un circolo vizioso, non avvertendo che quella religione a cui chieggono la salvezza temporale del mondo, mentre perde ogni giorno del suo imperio sugli animi e sugli intelletti, alcuni secoli sono regnava incontrastabilmente su tutta Europa, aveva l’assenso universale; e tuttavia non potè impedire che le cose divenissero di mano in mano allo Stato, in cui sono oggi. Ora se ella non fu in grado di antivenire i principi e l’aumento del male quando era potentissima, come potrá farlo ora che i veri credenti sono pochissimi e che quello è cresciuto fuor di misura e cresce continuamente? Egli è questo come volere che un infermo attempato ringiovanisca per guarire: il rimedio è di gran lunga piú difficile della guarigione. La maggior prova d’incapacitá pratica che possa dare un politico si è quella di proporre al conseguimento di un fine certi mezzi piú ardui del fine medesimo; e il signor Cortes imita sottosopra Giuseppe di Maistre, che suggeriva d’instaurare l’onnipotenza papale dei bassi tempi per mettere un argine al moto intellettuale e popolare di Europa1.

  1. Maistre, Lettres et opuscules inédits, Paris, 1851, passim.