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maria giovanna battista | 273 |
Così, mentre si segnalava l’arrivo della flotta portoghese, per condurre via il Duca, questi cadde pericolosamente ammalato! Sua madre ne era desolata, tanto più che l’effervescenza del popolo e le esigenze di Francia la tenevano di pessimo umore.
Andato poi a monte il matrimonio, perchè il Ministro del Portogallo si dichiarò stanco di tante tergiversazioni, e lasciò di punto in bianco Torino, Vittorio Amedeo risanò maravigliosamente. Ma non si rialzò per questo lo spirito di Giovanna, che oramai vedevasi costretta a subire l’alleanza francese, impostale, si può dire, a tradimento, e le truppe straniere nel Ducato. Quando ne ebbe la partecipazione, commossa dai molteplici rovesci che si addossavano su lei, non seppe resistere all’ingiunzione, sebbene si sentisse crudelmente ferita, e lasciò che i Ministri regolassero i dettagli. Ma quando si trattò di offrirle una pensione vitalizia di oltre centomila lire, e di distribuire fra i suoi Ministri altre pensioni minori, la fierezza della donna e della principessa si risvegliò in lei, e vendicò l’insulto fatto alla Reggente, costringendo l’ambasciatore di Luigi XIV ad abbassare la testa. Se essa per debolezza aveva potuto lasciare attentare alla sua libertà, si ribellava all’idea di poterla vendere; e il sentimento materno e patriottico sorgendo gigante in lei, le dettò questa risposta:
— Sarebbe più onorevole pel Re, e più degno della mia riconoscenza, se egli volesse indirizzare piuttosto