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GAZZETTA MUSI tesamente Alfonso Karr. Possibile che non s’abbia a udire che musica tedesca, anche qui ove i tedeschi non sono troppo in odor di santità! fi. LONDRA, 16 dicembre. Rappresentazioni del Winter Season Opera Company — Concerto Mendelssohn — — Festival a Dublino — Wagner — Hullah — Fiori — Concerto dei ciechi. Il Winter Season opera Company è in piena azione; e mirabile a dirsi! ha già una settimana di vita pubblica, durante la quale ha dato le tre rappresentazioni, ch’erano state promesse, sempre col Conte Ory. I giornali inglesi se ne sono occupati, e, ad eccezione dello Standard, il cui critico musicale non è nè più nè meno che il proprietario del St. Georgs’Hall - il teatro come sapete, della compagnia, - tutti ne parlano in sensi di commiserazione. Vi fu invero il Times, che l’indomani della prima rappresentazione pubblicava un resoconto anzi che no favorevole, portando alle stelle l’orchestra e non immeritamente, e facendo sperare notti trionfanti avvenire per le donne Rizarelli e Danieli, il che, sebbene difficilissimo, non è nullameno impossibile. La Rizarelli non ha gran voce, ma canta bene; un soprano leggiero e d’abilità è la Danieli. A proposito della Danieli debbo rettificare un’asserzione, comparsa in un mio carteggio precedente. Essa non è l’amabile cantatrice che in quel carteggio è rappresentata. La Danieli non è una nativa del nebuloso cielo d’Inghilterra (e ch’è nebuloso lo sanno quelli che lo hanno visto oggi o dirò meglio quelli che non hanno potuto vederlo oggi - tanta era l’oscurità dalle 9 alle 3 pom.) è nata sotto il bel cielo d’Italia, ed è figlia d’artista. Rimarchevole è stata la settimana scorsa per il numero dei concerti Mendelssohn iani. Giovedì veniva data all’Albert Hall Y Alalia e l’Inno di lode sotto la direzione del maestro Carter: venerdì sotto gli auspici della Sacred Harmonie Society veniva eseguito il & Paolo a Exeter Hall, direttore Sir Michael Costa; e sabato veniva dato l’Elia all’Albert Hall con la Titiens, la Trebelli-Bettini, T Agnesi, e il Cummings. Al seggio del direttore siedeva il maestro W. G. Cusins. La Titiens, la Trebelli-Bettini, e T Agnesi erano venuti espressamente da Birmingham ed arrivati nella giornata. Erano quindi stanchi e forse anche di mal umore; e questa è forse la ragione per cui agli applausi tempestosi del numeroso uditorio non risposero che freddamente - la Tribelli-Bettini in special modo. Non fu una tempesta d’applausi quella che salutò l’Agnesi, il quale pure fu applaudito; ma certo fu tale quella che accolse la comparsa e T esecuzione di quasi ciascun pezzo della Trebelli-Bettini e della Titiens. Un festival musical sta organizzandosi in Dublino per il mese prossimo. I promotori stanno cercando di assicurare i servizi di varie notabilità musicali di primo cartello. Notizie non prive d’interesse giungono di Germania. Il professore Puschmann da Monaco ha pubblicato uno studio psicologico, nel quale si forza di provare che il genio di Wagner è ora oscurato (overshadowed) da aberrazione mentale! Il maestro Hullah, il quale è stato recentemente nominato ispettore musicale sotto il capo del dipartimento dèli’istruzione pubblica, ha insegnato musica nel Batterseli Training College per lo spazio di trent’anni. Ora i suoi discepoli ad attestargli la loro stima ed ammirazione hanno colto l’occasione della sua nomina governativa, e della dimissione dalla cattedra musicale in detto collegio per fargli presente di una collezione di cose d’oro e d’argento. Al Palazzo di Cristallo la musica del maestro Fiori non ha fortuna. Al penultimo concerto la Sinico cantò una sua nuova romanza intitolata la Baccante, e un ottimo musicista parlandone nella stampa manifesta la speranza che la Sinico non vorrà mai più cantare suchtrash! Chiudo la lettera coll’accennare al trattenimento musicale, dato ieri l’altro dalla Scuola dei Ciechi poveri in Southwark. I poveri ciechi cantarono egregiamente vari cori del Messia di CALE DI MILANO 427 Handel sotto la direzione dell’organo! Oltre 150 persone avevano risposto all’invito delle autorità della scuola, e tutte se ne andarono oltremodo soddisfatte. fBERLINO, 8 dicembre. Il Ratto del Serraglio e VAfricana alV Opernhaus — Il Trovatore e la critica berlinese — Quartetti Joachim — Il compositore Roberto Franz cieco. Due opere nella settimana passata ebbero il vanto di non lasciare un posto vuoto nell’Operahaus - Tuna è l’alba dell’astro più fulgente nel cielo dell’ideale classico - l’altro il tramonto d’un genio cosmopolita, il quale, benché tedesco di origine, ebbe la fortuna rara di veder eseguiti, lui vivo, i proprii capilavori in tutte le zone, perfino fra i cumuli di ghiaccio della Lapponia, e di ottenere quasi da tutti i potentati della terra segni di favore - voglio dire il Ratto del serraglio di Mozart e Y Africana di Meyerbeer, la prima un gioiello semplice, ma d’un effetto irresistibile, l’altra un capolavoro, ma complicatissimo quanto ai mezzi scenici, decorativi e meccanici. Sapete che l’immortale Mozart creò questo spartito incantevole durante le gioie del prossimo matrimonio colla diletta sua Costanza; la letizia dell’anima sua scorre vivamente per tutta T opera, la quale se pure non potè sostenersi finora sulla scena, fu colpa massima, non dico unica del libretto, fatto da un poeta, che non aveva la minima idea del come si facessero queste cose. Quanto ai tipi musicali non potè crearli in tanta perfezione immacolata se non un genio. Guardate solo la figura dell’Osmino, tipo di cui gli indagatori filologici hanno mostrato il narentado intimo colle faccie satiriche dei freschi inimitabili A di Pompei, ed udite questi canti satirici, in cui s’avvicendano perpetuamente il maggiore col minore con un bisogno naturale che fa stupore per la stessa naturalezza. Anche le parti del Beimonte e della Costanza sono riuscite a quella finezza di particolari propria di tutti i capilavori del Mozart. Quanto all’esecuzione fu buonissima, principalmente da parte dei due protagonisti, lo Schott e la Grossi; l’orchestra poi suonò stupendamente, ottenendo specialmente applausi vivi per l’esecuzione finita della sinfonia, che è un gioiello. W Africana ebbe riposo in questa stagione perchè Y infedele, la perfida Lucca infranse il suo contratto; in questa parte essa brillò in tutta la gloria ed ebbe una forza d’attrazione che fu una manna per la cassa dell’opera. Del resto il pubblico si è divezzato dell’abitudine cattiva di non andar all’opera che per solo scopo di udir tal o tal’aria di una diva; avveniva che le rappresentazioni di bellissime opere, solo perchè non vi cantava la Lucca od un’altra diva, erano frequentate quasi da nissuno, mentre un’opera favorita dal capriccio della diva era l’uovo d’oro dell’impresa. Ora abbiamo avuto nella parte della Selika la Voggenhuber, artista davanti alla quale la critica deve cavar il cappello. Pure non trovò l’istesso applauso con cui veniva accolta-la, Lucca, causa la madre natura che dimenticò di ornarla della stessa amabilità e della stessa leggiadria; ma io credo di più, perchè sdegnosa di sostituire talvolta all’arte vera le moine capricciose, come fece la Lucca. La Voggenhuber cantò benissimo la sua parte drammatica molto difficile, e seppe dar espressione giusta ai sentimenti ardenti della figlia Oruna dell’oriente. Non ho bisogno di dirvi che gli altri artisti furono il Niemann (Vasco) ed il Betz (Nelusco), i quali non potrebbero mai esser migliori, ed aggiungo che fu la Grossi una leggiadrissima Ines; non voglio tacere che si portarono benissimo i cori e T orchestra. Nel Trovatore si fece udir nella parte di Leonora la Rauffmann, artista valente, la quale possiede tutti i mezzi e tutt’i vantaggi d’una prima donna; solo fu una Leonora, a parer mio, troppo realistica. A proposito di quest’opera non posso tacervi cosa memorabile, cioè che ora i critici wagneriani della vita berlinese cominciano già a far paralleli fra Verdi e Wagner rispetto alla maniera loro di scrivere musica drammatica e - pensate! - in favore del primo! Vi scrissi già che un critico disse una voltala