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si fanno lodare dalle data la primizia dei perchè il concertista Nella Sala del Ridotto della Scala ei fu concerti della stagione, una vera primizia, sari e Prina); essi sono di quei pochi che loro opere. Rivista Milanese Sabato, 16 novembre. 380 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO Il saggio musicale degli allievi delle scuole popolari, che ebbe luogo domenica passata, fu una vera festicciuola che lasciò contenti quanti v’intervennero. Fra gli allievi della parte strumentale ve ne sono che riusciranno forse buoni concertisti e che fin d’ora possono stare fra i buoni suonatori; ma più di queste individualità eccezionali, il pubblico rimase impressionato dalla regola, e la regola è che in quelle scuole popolari si profitta e s’impara bene una nobilissima professione. L’esperimento di canto corale riuscì pure ottimamente; chi è costretto a far la via crucis dei nostri teatri, sa quanto raramente accada il fenomeno di udire cori tollerabili; gli allievi del maestro Leoni nella Serenata a quattro voci, in una Tarantella e nel Coro dei bevitori dell’Ebrea, si sono mostrati eccellenti. Credo inutile spendere parole di lode agli insegnanti, (i maestri Leoni, Rosdi cui si tratta non ha che otto anni. Benedetto Palmieri deve essere nato sopra un pianoforte, e nell’età in cui tutti noi, non sapendo che fare delle mani, volevamo mangiarcele, egli deve essersi provato a prendere l’ottava. Questo sospetto mi viene dal pensare che tutta l’abilità del concertista non può essere dovuta che a due anni o poco più di studii, fatti in un’età in cui gli studii non fruttano gran fatto, e per questo riguardo il piccolo pianista merita davvero l’attributo di meraviglioso che si leggeva sull’annunzio. Pensate un fanciullo di cinque anni che fa dalla mattina alla sera le scale e gli arpeggi’. Rimane a dire il meglio, cioè, che Benedetto Palmieri suona assai bene, con agilità, con eleganza, con precisione e con un certo sentimento. Quando abbia aggiunto a queste doti che ha, quelle che gli mancano e che non può darsi da< sè, cioè un po’ di forza nei muscoli, le dita più lunghe e una dozzina d’anni di più, che cosa diventerà Benedetto Palmieri? Non lo so; si hanno molti esempi di piante cresciute troppo presto e rimaste in perpetuo senza dar fiori nè frutta, e mi vengono in mente sempre che mi imbatto in un fenomeno di questa fatta, ma non posso neppure dimenticare che Mozart dava concerti di pianoforte a 6 anni dinanzi all’Elettore di Monaco, ed a venti componeva la musica dei suoi concerti, che sopravvive ancor oggi al concertista. Col piccolo pianista presero parte al trattenimento le signore d’Este, Falconis e Clerici, il baritono De-Pasquale ed il tenore Granetti; l’uditorio eletto — forse troppo! — ebbe applausi per tutti. I nostri teatri non ei hanno più dato nulla di nuovo. Una specie di novità fu però la terza rappresentazione della Favorita al teatro Dal Verme colla signora Barlani-Dini, invece della Galletti. Tolga il cielo che io voglia fare confronti, chè vi si corrono di brutti rischi; il cronista del Secolo, il quale non seppe resistere alla tentazione, per non paragonare direttamente la Barlani-Dini alla Galletti, paragonò Monti a Manzoni, la Barlani-Dini a Monti e la Galletti a Manzoni! Vedete!!! Io mi accontenterò di dire che la signora Barlani-Dini fè bene la sua parte e che seppe farsi applaudire molte volte, non recando offesa nemmeno in quest’opera al trionfo riportato nel Trovatore. Quel teatro però naviga in male acque; il pubblico a cui si ammaniscono ogni sera i soliti cibi, perde l’appetito e si rimane a casa o porta la sua noia in Galleria o al caffè. Si annunziano sempre la Corinna del maestro Rebora e i Promessi Sposi del Ponchielli; e l’impresa fa di tutto per mostrarsi piena di buona volontà — disgraziatamente non basta. Le sorti volgono più liete al teatro Carcano, dove col Faust e colla Reginella si tira innanzi senza inciampi. Nella Reginetta si rinnovano ogni sera gli applausi ai principali pezzi dell’opera ed a tutti gli artisti. La Demi, Ferrari e Viganotti fanno gara di bravura; il tenore Ferrari dice sempre stupendamente la romanza del terzo atto, Viganotti la sua del primo ed il duetto, e la signora Demi è sempre piena d’anima e di sentimento come alla prima sera. Se l’amico Braga ebbe la disgrazia di trovare ostile parte della critica., ebbe però la fortuna di trovar benigni gli esecutori; ed oramai è provato che ammazzano più lavori teatrali di merito i cattivi esecutori che i critici dottissimi ed autorevolissimi. Nello stesso teatro avremo stasera la prima rappresentazione della nuova opera David Rizio del giovine maestro Canepa.

  • Nelle Repubbliche d’America v’hanno certe costumanze bizzarre! In

Ariquipa, per esempio, la sera della beneficiata della prima donna Giulietta Principi, le fu regalato un rosario e un libro da Messa!

  • Il signor Verger, impresario del teatro Italiano di Parigi, volendo far

rivivere le antiche tradizioni d’eleganza che avevano fatto della sala Venta-’ dour il convegno più aristocratico di Parigi, ha determinato, per quello che ne assicura VEntracte, che i primi posti non saranno più accessibili quindi innanzi se non agli uomini in abito a coda di rondine, ed alle signore in toletta da soirée. Quell’elegante impresario richiamando in onore il vecchio codice dell’etichetta, non ha pensato che non vi è un articolo che obblighi i liberi cittadini e le libere cittadine della Repubblica francese ad andare al teatro. Il Bacchettone è il titolo di una nuova opera comica del maestro Roberto Amadei che in carnevale, per quel che si dice, verrà eseguita al teatro di Loreto. II Poeta D’Arienzo ha condotto a termine un libretto per il maestro Sangermano, intitolato Clelia Olgiato. > Nel Museo del Conservatorio di Parigi si vede un contrabasso colossale, immaginato e costrutto dal sig. Vuillaume, che porta il nome di octo-basse È alto quattro metri ed ha forme eleganti non ostante le sue enormi dimensioni. La Commissione nominata allo scopo di rigenerare la musica vocale popolare in Francia, ha presentito al ministro di Belle Arti una prima raccolta di canti-classici a 1, 2, 3 e 4 voci, che verranno pubblicati a spese del governo.

  • Nell’atrio del Teatro Comunale di Bologna, venne posto un busto in

marmo di Mariani eseguito dall’artista Verna da Faenza. Sul piedistallo leggesi la seguente iscrizione: AL CAVALIERE ANGELO MARIANI INTERPRETE SOLO (?!) d’ogni MUSICALE BELLEZZA ITALIANA E STRANIERA ALCUNI RAVEGNANI IN BOLOGNA L’AUTUNNO MDCCCLXXI1 O 0. Siccome l’ingegno vero si accompagna sempre colla modestia, siamo certi che Mariani sarà stato il primo ad arrossire di questa lode sperticata. L’autore dell’epigrafe per quanto si dice, è un giovinetto; quando non sarà più un giovinetto saprà che la solitudine pesa anche agli Dei vecchi o nuovi. La Società filarmonica di Napoli, ha ascritto fra i suoi soci onorari l’esimio prof. cav. Disma Fumagalli, ed accompagnò l’annuncio di tale onorificenza all’egregio artista, con bellissime e lusinghiere parole. Il maestro Sarria da Napoli ha terminato una nuova opera in musica, intitolata: La campana dell’eremitaggio, ed il maestro Pietro Musone, pure da Napoli, un’altra: Wallenstein.