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374 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO sera o due, e non se ne udito più parlare. Ciò non toglie loro il diritto di prendere il titolo di artisti di canto del Teatro Italiano di Parigi. Checché se ne dica, è un buon passaporto pei paesi stranieri, sopratutto per le contrade transatlantiche. Aggiungete che c’è sempre qualche giornale, tra i cento e più che si pubblicano in questa capitale, che ne dice tutto il bene possibile, non fosse che Entr Acte, che è in fatto di giornali quel che la claque è in fatto di pubblico. Basta mostrare questi articoli laudativi — e più o meno favolosi — per far credere che il cantante o la cantante ha fatto la delizia del pubblico parigino. Non è più difficile di quel che pare. «Ne ho veduti tanti e tanti!...» La Pasqua ha una bella voce, e questa volta l’aggettivo è più che esatto. Bella veramente; ma l’esordiente ha creduto che chi più grida ha più ragione e l’ha spinta più del dovere. AW Opéra avrebbe forse raggiunto lo scopo. Là la forza dei polmoni è più valutata che l’arte del canto. Al Teatro Italiano non è lo stesso. Poco importa che la voce sia più o meno possente, purché il metodo di canto sia irreprensibile. Del resto l’esordiente, salvo il difetto che ho accennato, ha cantato assai onorevolmente la parte d’Amelia, che non è mica delle più facili. Non dirò lo stesso della Bracciolini, che non bisogna confondere con la secondogenita, della quale vi ho già tenuto parola nelle precedenti mie lettere. Il nuovo contralto ha esordito nella parte di Ulrica l’indovina, che non è delle più gradevoli; e l’ha resa men gradevole ancora la sua voce, non essendo affatto simpatica. Non so se fosse la paura o altro, ma pareva cantar dal fondo d’una caverna. — Il tenore Ugolini, che fino ad ora non aveva trovato una parte ove avesse potuto brillare, ha finito per farsi applaudire, e meritamente. Non dico che sia stato eccellente in tutta l’opera, ma ha detto benissimo «È scherzo od è follia,» ed il pubblico che non domandava di meglio che di ricompensarlo del suo zelo, non gli è stato avaro di plausi. Sono stati i primi che abbia veramente meritati; e non credo ingannarmi, aggiungendo che sono stati anche i primi che abbia avuti. — Il Colonnese, ad onta del suo buon volere, non tirò dalla sua parte tutto l’effetto che ne cavavano i suoi predecessori, alla famosa romanza Eri tu, specialmente — per ultimo la Torriani cantò discretamente la parte del paggio; ma il pubblico non le ridomandò nè l’una nè T altra delle sue due belle melodie. Il dramma di Legouvé, Les deux Reines, con cori ed intermezzi di Gounod, doveva andar in iscena dopodomani, venerdì, ma vuoisi che la rappresentazione ne sarà ritardata di qualche giorno, gli artisti non essendo ancora perfettamente padroni delle loro parti. Si parla della Perla del Brasile di Feliciano David tradotta in italiano, sotto gli occhi del compositore, e con qualche pezzo nuovo. È TAlbani che canterebbe la parte principale, quella di Zorà. Lo spartito di David essendo essenzialmente melodico, è a credere che la Perla del Brasile avrà un successo felice. La direzione vuol mettere in scena T opera di Tito Mattei, e quella della baronessa di Maister intitolata l’Egiziana. Vuoisi che prima di queste due, sarà messa in iscena l’opera del marchese di Sory intitolata Gli amanti di Verona (alias Giulietta e Romeo), anche questa è una traduzione, come è la Perla del Brasile e come lo è l’Egiziana. Pare che i Francesi abbiano più fortuna che gl’Italiani per essere ammessi a dare i loro lavori al teatro Italiano. E giacché ho nominato gli Amanti di Verona, rammenterò che il Romeo e Giulietta di Gounod è sempre in prova al teatro Opéra-Comique. (Chi avrebbe detto alla bella ed infelice coppia veronese che i suoi funesti e lagrimevoli casi sarebbero un giorno rappresentati sulla scena che s’intitola dell’opera comica!) Avremo cosi due Giuliette e due Romei rivali, quelli dell ’ Opéra-Comique e quelli del teatro Italiano - senza contare la parodia che non mancherà di sbucciare in uno dei teatrini detti di genere. Finora non abbiamo vivuto che di promesse. L’Opéra promette mari e monti, e non vive che di riprese; allo stesso modo l’Opéra-Comique, che ha fatto annunziare cinque o sei opere nuove nei giornali e che si è limitata a riprendere l’Ombre, les Noces de Figaro e Mignon. Ci vuole veramente la pazienza del pubblico parigino. Ma esso è così fatto che andrebbe al teatro, anche se gli si desse eternamente lo stesso spettacolo. Per questo bravo pubblico la musica è un accessorio; se è buona tanto meglio; se no, pazienza; purché abbia accesso alla sala che vi sia spettacolo, poco gli cale del resto. e PARIGI, 7 novembre. Vi mando come una curiosità, se credete di pubblicarle nella Gazzetta, le entrate del Teatro Italiano nel mese passato compresovi l’abbonamento. 1 ottobre Fr. 2615 (debutto Torriani) Traviata 3»» 2660 Idem 5»» 3312 Idem 8»» 5273 Lucrezia Borgia 10»» 1854 Idem 12»» 7567 ( Debutto Capoul) Marta 15»» 6171 ’ Idem 17»» 3174 Idem 19»» 3243 Traviala 20»» 1471 Marta 22»» 3835 Traviala 24»» 8072 (Debutto Albani) Sonnambula 26»» 7878 Idem 29»» 7371 Idem 31»» 2686 (Debutto Pasqua) Ballo in Masch Totale Fr. 70,882 Queste cifre paiono importanti e faranno venire l’acquolina in bocca a più di un impresario. Bisogna però dedurre Fr. 7000 per il diritto dei poveri ed altre, spese senza la compagnia di canto che era costata Fr. 62,000. Fate ora il conto. Winter Patti LONDIJA, 4 novembre. Season Italian Opera — Associazione di musicisti nazionali — Adelina in Russia. L’Investors’Guardian è una rivista settimanale che registra gli avvenimenti commerciali e speculativi della settimana — e col suo ultimo numero annunzia la formazione e registrazione di una compagnia col titolo di Winter Season Italian Opera — capitale steriini 1500 in azioni da steriini 100 l’una. Appartiene esclusivamente a questa compagnia il merito dei rumori teatrali di Liverpool e di Londra, da me accennati nelle ultime lettere. La compagnia italiana di canto di Liverpool non è nè più nè meno che la compagnia italiana di canto di S. Georges Hall, ora in corso di formazione. È il signor Rocca Monaci, a cui appartiene il progetto, e il merito d’averlo portato al punto in. cui trovasi. Contasi d’incominciare le rappresentazioni col 10 del mese entrante, aprendo la campagna col Conte Ory di Rossini. Se per quel tempo la compagnia di canto sarà completa e le azioni dell’impresa saranno state sottoscritte, v’ha qualche ragione per credere che i calcoli fatti verranno realizzati. Si desiderano creature di bell’aspetto, di bellissima voce, e di nessuna pretensione.! La fortuna gira: e chi sa che qualche incognito tesoro italiano sfugga agli occhi rapaci dei vostri irnpresarii per cadere nelle mani della nuova impresa inglese? Ad ogni modo le mamme faranno bene a seguire l’antica accompagnare le loro figliuole fortunate sino al teatro trionfi. Però sento l’obbligo di osservare che il capitale, moda di dei loro ammesso è certa! pure che venga sottoscritto interamente, cosa che non parmi stranamente insufficiente allo scopo prefìsso; prova che i promotori dell’impresa (poiché questi sono vari) o non conoscono il paese, o non hanno una chiara idea della speculazione che fanno. Quale sia per necessità il risultato di un’impresa venuta alla luce in tali condizioni lascio a voi l’affermare. Del repertorio messo fuori coll’annunzio della nuova impresa vai la pena di dir due parole essendo un repertorio, vastissimo e generalmente attraente; v’hanno le opere più popolari di Verdi — Trovatore, Traviata, Ballo in maschera; v’hanno le Astuzie Femminili, e il Matrimonio segreto del Cimarosa; una mezza dozzina d’opere di Rossini, un paio di Donizetti; una di Bellini; e una di Fiori che s’intitola Don Crescendo dal desiderio, dicesi, che vada crescendo in popolarità; e il Don Desiderio del principe Poniatowski per garbare ai desideri del nobile maestro. Tutto questo, con qualche cosa che ho omesso, dev’essere rappresentato in un mese a tre rappresentazioni per settimana. E poi ditemi che i miracoli si fanno soltanto fra voi! Un’associazione di musicisti nazionali è in corso di formazione allo scopo di dare in St. James’s Hall concerti strumentali sotto la direzione del maestro Giorgio Mount. I suonatori stranieri sono esclusi dall’associazione; ma questa non è che una disposizione del programma. Quanto valgano i programmi è generalmente noto. Gli agenti di Adelina Patti continuano fedeli il loro mestiere. Da essi ispirati, i giornali inglesi narrano la sua prima com