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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO ANNO VIII. - N.° 2 Si pubblica ogni Domenica. 20 GENNAJO 1850 Prezzo annuo d’associazione. La Gazzetta sola eff. sonanti aust. L.12 per Milano, e L. 14 per fuori. La Gazzetta colla musica " " 20 " " 23 " " Le associazioni alla sola Gazzella si ricevono anche per semestre; quelle alla Gazzella colla musica sono obbligatorie per un anno. L’Associato alla Gazzella colla musica ha diritto di scegliere nello Stabilimento dell’editore Ricordi quei pezzi musicali di sua edizione che gli tornassero a grado, non escluse le più recenti novità, sino alla concorrenza di 20 franchi, prezzo marcato. Le associazioni si ricevono in Milano nello Stabilimento dell’editore-proprietario Gio. Ricordi, contrada degli omenoni N. 1720, e sotto il portico a fianco dell’I. R. Teatro alla Scala; nella Monarchia e all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Ufficj postali. - I signori Associati fuori di Milano sono pregati a dirigere tanto i gruppi quanto le lettere relative alla Gazzetta all’Ufficio della Gazzella Musicale di Milano. I pagamenti delle associazioni debbono essere anticipati. - Qualsiasi spesa di porto per musica, lettere e gruppi sarà a carico dell’Associato. Sommario. - Il Canto nell’educazione primordiale dei fanciulli. - Dell’indole dell’arte musica. - Studj sugli organi della voce umana. - Carteggi particolari e Notizie. - Altre cose. - Nuove pubblicazioni musicali. IL CANTO NELL’EDUCAZIONE PRIMORDIALE DEI FANCIULLI. Si sono falle per molto tempo le più alle maraviglie sull’attitudine particolare degli Alemanni

 per la musica e pel sentimento d’armonia
 che sembra ad essi connaturale, in

tutta l’estensione degli Stali della Germania. I viaggiatori, testimoni di questa specie di organizzazione

 musicale, hanno forse pensalo che

la natura avesse fatto pei Tedeschi uno sforzo generoso ed insolito, e che, sin dalla culla, li avesse dolati di facoltà felicissime per la coltura di un’arte che s’impara dalle altre nazioni

 con indefesso studio e con grandi fatiche.

Fra cotesti medesimi viaggiatori, alcuni hanno anche pubblicalo i lor pensamenti, ma nessuno ha esaminalo le istituzioni dalle quali è giovato lo sviluppameli lo di queste facoltà, e che a poco a poco conducono a simili risultamenti. Qui sarebbesi forse trovalo il secreto d’una meraviglia che potrebbesi di leggieri riprodurre dovunque, se si ponessero in pratica i medesimi mezzi. Il celebre signor Fétis fa giustamente osservare

 non esservi piccol contado in Germania
 senza scuola pubblica, nè pubblica scuola

in cui la musica non faccia parte essenziale del primitivo insegnamento. Quivi il maestro non ha altro titolo che quello di cantore, d’uomo

 cioè che dirige e insegna il canto. Nella

parte protestante della Germania s’insegna il canto ai fanciulli, sin dalla più tenera loro età, coll’ajuto dei salmi e dei corali, perocché, secondo il rito, tutta l’adunanza deve sposare la propria voce a quella del cantore, per innalzare

 al cielo le lodi del Signore Iddio.

Nella Baviera, nella Boemia, nell’Austria, dove la religione dominante è la cattolica, l’organizzazione

 dell’insegnamento era una volta

affidata alle tante corporazioni religiose che coprivano, come da noi, la superficie di quei paesi. Vi si insegnava la musica, e lutti i fanciulli dotati di bella voce erano ammessi al coro della chiesa, dove avevano un’educazione musicale direi quasi perfetta, poiché l’abitudine

 di udire ogni giorno della musica in ar

monia, formava ad essi l’orecchio insieme ed il gusto. Le molte soppressioni però di conventi, fatte dopo il regno di Giuseppe II, avendo

 lasciato gli abitanti di un gran numero di

comuni senza elementi di prima istruzione, fu mestieri rimediare a siffatto disordine con la fondazione di scuole speciali, che da trent’anni all’incirca hanno fatto maravigliosi progressi. Fu pubblicala una quantità immensa di canti popolari, a tre o quattro parti, e questi medesimi

 canti sono oggetti di studio piacevole

per coloro ai quali vengono insegnali. Il secolo XVI, in cui l’attività intellettuale fece si rapidi avanzamenti in tutta l’Europa, fu per la coltura della musica una delle vere epoche di notevole prosperità; e dal principiare

 di questo secolo appunto prende le mosse

la bella organizzazione dell’insegnamento di codest’arte in Germania, organizzazione alla quale non poteva innanzi sicuramente giovare gran fallo il notissimo metodo attribuito a frate Guido d’Arezzo, contro cui tentò una riforma Enrico de Put col suo sistema scritto in latino, e stampalo a Milano nel 1599. Dopo molle controversie, il partito della ragione prevalse, e i melodi elementari si avvicinarono alla perfezione; ma per una bizzarra anomalia, col procedere della scienza, il popolo rimase mano a mano straniero alle più semplici

 teorie dell’arte. Questa assoluta ignoranza
 era un gran male, non tanto rispetto

all’arte per sè medesima, quanto per l’effetto salutare che la musica esercita sui costumi. Siffatta influenza benefica è stala proclamala, fino dai tempi antichi, da pittagora, da Platone e da Aristotile specialmente, al quale pareva impossibile che non si riconoscesse la potenza morale della musica e che non si pensasse

 in particolar modo a servirsene nell’educazione
 dei fanciulli.

A quest’opinione di un uomo grande possiamo

 aggiungere quella di Polibio, il quale

per migliorare i costumi di non so quale città dell’Arcadia, andava consigliando l’uso del canto ai ragazzi. Che se questi nomi profani suonassero male per avventura a certe orecchie, uniremo ad essi quelli di Sant’Agostino e di S. Tomaso d’Aquino, i quali hanno diviso l’opinione dei filosofi antichi sulla preponderanza

 della musica nel perfezionamento

morale della specie umana. Il pregiudizio volgare per altro, che riduce lo scopo di quest’arte ad un semplice passatempo, ha continuato a signoreggiare la pubblica

 opinione, e la musica per conseguenza
 fu esclusa dalla primitiva istruzione. La fondazione

delle nostre scuole speciali di musica, dei nostri Conservatorii non ebbe per iscopo che di formar degli artisti, d’accrescerne il numero ormai strabocchevole, e di migliorare i metodi dell’istruzione privala; ma affinché l’insegnamento elementare della musica sia veramente

 popolare non deve essere separalo da

quello dei primi erudimenti delle cognizioni sociali, vale a dire degli elementi del leggere e dello scrivere; deve oltracciò accompagnare le prime istruzioni morali e religiose dei giovanetti. Narra il summentovato signor Félis, che negli ultimi anni dell’impero napoleonico alcuni

 ecclesiastici francesi parvero valutare al

giusto l’util sostegno che l’istruzione religiosa può trovar nella musica, imperocché in alcune chiese di Parigi e della Francia meridionale si insegnò ai fanciulli a intonare dei cantici sovra arie semplici e conosciute. Cotesti cantici, dei quali furono stampale parecchie raccolte insieme colla musica, erano eseguiti ogni giorno, prima o dopo l’istruzione sul catechismo. Ma questo mezzo pratico di perfezionamento

 morale del popolo cadde poscia in dissuetudine
 insieme con altre belle instituzioni.

Spente poco a poco quelle passioni che mettevano in uggia lutto quanto era stato approvato

 dal governo imperiale, alcuni uomini

conosciuti pel loro merito e per la loro filantropia

 si unirono in comitato a fine di migliorare
 l’istruzione elementare, e proposero

all’esame di una commissione speciale il quesito: Se sarebbe stalo opportuno di aggiungere, nelle scuole, all’insegnamento alcuni esercizj di canto e di musica. Quel de Cerando che scrisse il Visitatore del povero e il Perfezionamento morale, e pel quale la Toscana conserva ancora una memoria d’alta estimazione, prese parte attivissima a siffatti progetti, ritardali nella lor piena esecuzione

 da circostanze impreviste, non ultima

delle quali era la difficoltà di trovare maestri alti a insegnare a un tempo stesso i principii della lettura, della scrittura, dell’aritmetica e della musica, e di fare l’applicazion pratica di queste due ultime al canto. Ma quando la filantropia del nostro secolo, sì ingiustamente accusalo di egoismo, apri gli Asili per l’infanzia, allora si appianarono in parte le difficoltà

 principali, e i teneri fanciulli incominciarono
 prima a recitare, poscia a cantare le

loro cotidiane orazioni. Alcuni stabilimenti privati

 d’istruzione dementare ne seguirono anch’essi
 l’esempio, e talvolta il diedero altrui,

null’altro lasciando desiderare oramai che di