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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO ANNO VII. - N.1. Si pubblica un numero di otto pagine ogni Mercordi. - Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati 200 pagine di musica circa: delle quali 150 all’incirca formano un’Antologia Classica, che si compone di opere in partitura di autori celebri appartenenti a scuole ed epoche svariate. Le altre pagine a compimento delle 200 constano di pezzi vocali o strumentali de’ più accreditati compositori moderni. Inoltre gli Associati ricevono i Figurini di uno spartito almeno. COLLABORATORI. M.° Balbi. - Battaglia.-M.° Bercanovich.- Pr.Bigliani -Bon.-M.°Boucheron. -Dott. Calvi. - Ab. Candotti. -M.o Cornali. - Cambiasi. - Avv. Casamorata. - Cattaneo. - M.° De La Fage. - M.° Gambini. - Dott. Lichtenthal. - Malfatti. -M.° Manna. Martinez. - Pr. Mazzucato. - M.o Cav. Pacini. -M. Perotti. - piazza. - M.° Picchi. - M.o Picchianti. - M.oRossi. - Dott. Torelli. - M.o Torrigiani. - Vitali. - Zucoli, ecc., ecc. MERCORDI 5 Gennajo 1848 Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta e all’Antologia Classica, alle altre inedite,pubblicazioni musicali ed ai Figurini, per un anno è di effett. A. L. 24 e di effett. A. L. 28 affrancato il tutto diporto fino ai confini della Monarchia Austriaca.- La metà per un semestre: avvertendo che l’abbonato semestrale non ha diritto che al solo Giornale, senza la musica e senza Figurini. - Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta contrada degli Omenoni num. 1720, e nelle sale sotto il portico di fianco all’I. R.,Teatro alla Scala; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. La plus grande plaie de l’art est dans ces artistes qui ont commencé par faire de leur talent l’instrument de leur reputation, et qui finissent par faire de leur réputation l’instrument de leur fortune; qui, pour étre quelque chose en face de leurs contemporains, s annihilent aux yeux de la postérité: artistes indignes et dégradés, qui font de leur génie ce que ces créatures qu on voit errer à la lueur des réverbères font de leur beauté, qui comprennent l’art a la manière dont ces femmes sans nom comprennent l’amour. D OrtiGue. SOMMARIO. — I. Teatri di Milano. — IL Cenni Biografici sopra Beethoven (Cambiasi). — III. Tancreda (Gambini). — IV. Studj bibliografìco-biografici (Casamorata). — V. Dichiarazione. — VI. Carteggio particolare. Verona. — VII. Notizie. — VIII. Altre cose. — APPENDICE» Nozioni storico-statistiche sull’orchestra dell’Opéra. TEATRI DI MILANO NORMA alla Scala In codesto maggior teatro le faccende procedono con una freddezza piuttosto desolante. Orazj e Curiazj non ebbero sorti molto migliori dopo la prima sera. Norma pur essa s’ebbe appena alcuni applausi di riverenza e ammirazione per la grande musica, ed alcuni altri d’incoraggiamento, ed anche talfiata di soddisfacimento per alcuni tratti dell’esecuzione. E ciò, parlando della prima sera. Nella seconda il Pubblico rientrò nella ordinaria indifferenza, e l’opera intera scorse, dalla prima all’ultima nota, come dicesi, senza lode e senza infamia. Fu già detto da noi che la giovinetta signora Cortesi doveva sostenere in quest’opera la parte della protagonista. La Cortesi fu riconosciuta anche in Milano, come alcuni mesi prima in Firenze, un’attrice-cantante di molto cuore, di molto intendimento. Ma la sun voce apparve non bastante pel vasto recinto della Scala. Inoltre i saputi nutrono opinione che gli studj fatti da questa signora, per ciò che riguarda l’emissione e il meccanismo vocale, non sieno i più atti a sviluppare come vuoisi e devesi in giornata una voce, nè i migliori a renderla sempre sicura nell’affrontare le difficoltà d’esecuzione. Non è in atteggiando la bocca al sorriso che si possa ottenere quel volume vocale che richiedesi, non diremo per le opere gridanti del giorno, ma nè tampoco per alcune di tempi migliori, come sarebbero Norma, Otello, ed altre. Il sistema della bocca sorridente poteva venir abbandonato dal giorno in cui le musiche teatrali non terminarono più i loro pezzi colla parola felicità. Noi pensiamo insomma che una voce emessa nel modo APPENDICE NOZIONI STORICO-STATISTICHE SULL’ORCHESTRA DELL’OPÉRA •Abbiamo già veduto come l’Opéra o Académie de Musique fosse aperta in Parigi nel 1668 circa dai signor Perrin, allo scopo di eseguirvi il dramma lirico. Or bene, l’orchestra, della quale oggi si proclama generalmente la valentia, e che si vanta anche come la meglio numerosa, allora non componevasi che di soli 14 suonatori. Nel 1673 è furono portati a 19. Nel 1687 diventarono 53. Questi trentatrè avevano uno stipendio annuo complessivo di lire 12,500, che venivano tra loro divise pressoché in parti eguali. Nel 1713 si sentì ancora il bisogno di aumentare i professori: e’ divennero 47, che dividevansi lire 20,150. Oltre cinquant’anni più tardi, nel 1768, l’orchestra fu aumentata ancora, componendosi di 56 esecutori; costò allora lire 40,500. Nel 1777 furonvi aggiunti altri dodici sonatori; c quindi sessantotto, colla paga complcssiva di lire 69,482. Dieci altri si aggiunser nel 1803: 78 professori, che costavano 140,400 franchi. Oggidì i professori dell’orchestra dell’Opera ammontano a 85. Lo stipendio è però diminuito: essendo che non si dividono che 113,500 franchi. il numero de’ violini di questa orchestra è attualmente di 24: e 24 furono sempre dal 1773 fino adesso: meno che nel 1.775 ve n’ebbero 28. Ma nel 1777 furono ancora ridotti a 24, né più vennero in seguito nè diminuiti nè aumentati. Prima del 1773 erano in numero molto minore. Nel 1687, i suonatori aveano 400 lire annue, con diritto a metà-pensione dopo quindici anni di servigio. Sembra che i professori di quell’epoca non si meritassero la rinomanza quasi-proverbiale che s’ebbero quelli venuti più