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GAZZETTA MUSICALE

ANNO III.
N. 12

DOMENICA
24 marzo 1844.

DI MILANO
Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà Antologia classica musicale.
La musique, par des inflexions vives, accentuées. et. pour ainsi dire. parlantes, exprimè toutes les passions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, soumet la nature entière à ses savantes imitations, et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sentiments propres à l’émouvoir.

J. J. Rousseau.

Il prezzo dell’associazione annua alla Gazzetta e all’Antologia classica musicale è di Aust. lire. 24 anticipate. Pel semestre e pel trimestre in proporzione. L’affrancazione postale della sola Gazzetta per l’interno della Monarchia e per l’estero fino a confini è stabilita ad annue lire 4. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Omenoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto.


AVVERTIMENTO

— I signori Associati sono avvertiti che a questo foglio va unito il compimento del Catalogo destinato per la scelta dei pezzi che si danno gratis all’atto del pagamento dell’associazione o semestrale od annua, a tenore del manifesto pubblicato si unisce parimenti il pezzo N. 1 dell' Antologia classica musicale, anno III. che verrà dato a que' signori soscrittori ai quali piacerà avere la continuazione di questa interessante Raccolta.



SOMMARIO.

I. Varietà’. Cenni sul Liceo musicale di Bologna e sul Collegio reale di Napoli. - II. Miscellanea. III. Notizie musicali diverse. - IV. Pubblicazioni musicali.



VARIETÀ

Cenni sul Liceo musicale di Bologna e sul Collegio reale di musica di Napoli tratti da una lettera del signor Fétis.

(Continuazione, Vedi il N. 8).


Dopo questa spiegazione, compresi che ciò ch’io vedeva era la continuazione di tutto quello che si era fatto in tutti i tempi nei Conservatorii di Napoli, e per la prima volta credetti ali esattezza del racconto datoci dallo storico della musica, il dot. Burney, di una visita da lui fatta nel 1770 al Conservatorio di San-Onofrio. «Gli allievi, egli dice, studiavano in comune nei dormitorii. I loro letti, che sono nelle stesse sale, servivano per appostare i cembali e gli altri istromenti; dì trenta o quaranta allievi che studiavano nel dormitorio ove io era, non ne potei trovare che due i quali studiassero lo stesso pezzo. I violoncelli si esercitavano in un altro; gli istromenti da fiato in un terzo, all’eccezione dei corni e delle trombe che sono obbligati di suonare sullo scalone o nella soffitta della casa».

Lo svegliatolo è suonato a sei ore dalla campana della cappella, e i custodi dei dormitorii lo ripetono con un campanello nelle loro sale rispettive. Nel tempo che gli alunni si vestono, il prefetto intuona l'inno

Jam Lucis orto sidere. etc.


poiché hanno finito di vestirsi. ognuno delle camerate si rende alla cappella, e tutti gli alunni sentono la messa che vien detta dal vice-rettore o da alcuno dei prefetti. Le camere seno divise per ordine; così havvi la camera dei grandi, quella dei mezzani e quella dei piccoli. Dopo la messa gli alunni si danno allo studio sotto la direzione di alcuni fra di loro scelti fra i più abili, ai quali si da nome di maestrini, e sotto l'ispezione dei prefetti. Ricevono dai custodi i loro stromenti di musica, ed allora comincia lo charivari generale. Dopo due ore di studio, si distribuisce la celezione per la quale è accordata agli alunni una mezz’ora; dopo vanno a ricevere le lezioni dai maestri venuti dall'esterno, in classi apposite.

Quando escono da queste classi rimettono i loro istromenti insieme alla musica che loro fu confidata, agli inservienti, poi si riducono al refettorio pel pranzo, che viene seguito nella calda stagione, da due ore di riposo nei dormitorii sotto la sorveglianza dei prefetti. Svegliati poi col tocco di campana, gli alunni ritornano allo studio collo stesso ordine del mattino, poi si divertono nei corritoj e nel cortile. In seguito riuniti alla cappella per la preghiera della sera e la benedizione, non ne escono che pur tornare nel refettorio. La giornata distribuita con quest'ordine non viene ad essere interrotta, se non quando havvi ripetizione. concerto o funzioni, voglio dire, offizio in musica in qualche chiesa, oppure servizio del Conservatorio comandalo dall'amministrazione per certe feste e cerimonie.

Ouesti servigi, sempre gratuiti, e troppo frequenti, disturbano gli studii, e affaticano gli allievi. Non avvi solennità per monacazione, non feste in casa di alti personaggi di corte, in cui non si chiegga la musica eseguita dagli alunni. I rapporti dei membri della commissione amministrativa con questi alti personaggi li obbligano a cedere a dimande rinnovate dì frequente, ed il danno che ne risulta per il ben essere e il progresso degli allievi è la cosa di cui si occupano il meno. Il Direttore della musica non viene mai interpretato su tale proposito.

Fino a questo punto non ci siamo accorti dell'azione di questo direttore nel Conservatorio; la è sempre la commissione amministrativa quella che regola, sono sempre il rettore, il vice-rettore, i prefetti quei che imprimono il movimento. E per verità il male sta tutto in ciò. Sta in ciò il segreto dello stato di prostrazione in cui l'arte è caduta in un paese tanto favorito dalla natura e dal genio de' suoi abitanti, in una scuola che, colle sue immense risorse, potrebbe dare cosi bei risultati.

Nel regolamento del Conservatorio di Napoli, tutto è stato previsto, tutto, fuori l'essenziale, la direzione attiva, intelligente, artistica.

Il tempo vi è distribuito in maniera simmetrica, si fa tutto con regolarità ma il principio vivificante, l'impulso, che non può emergere che da chi, con un anima forte, sia dotato di esteso sapere, e di consumata esperienza, questo principio, dico, questo impulso mancano, e con loro ogni mezzo di riuscita. Con un uomo mancante di tutto ciò che può costituire un buon direttore di scuola, come lo era Zingarelli, una simile organizzazione poteva benissimo essere senza inconvenienti; ma essa paralizza il valore personale di un artista tanto felicemente dotato come un Mercadante. Non solamente non è a lui conceduto il prendere veruna risoluzione relativamente all'amministrazione della scuola, ma lo stesso sistema di studio, benché ei lo riconosca vizioso, per essere stato egli pure alunno di questo conservatorio, non potrebbe cambiarlo di sua autorità; perché, se questo sistema fosse ciò ch’egli dovrebbe essere, le funzioni di tutti i prefetti e d’un gran numero d'impiegali che sono a carico del budget dello stabilimento, cesserebbero immediatamente. E tale la nullità amministrativa cui è condannato Mercadante, che uno de’ suoi amici ebbemi a dire ch'egli abbisognando di fare contornare la tavola che gli serve di scrittojo, d'una sponda per ritenere le sue carte, non potè ottenerla che col presentare all'amministrazione una dimanda in iscritto. L’azione impellente di Mercadante non si manifesta se non se quando l’orchestra e il coro degli alunni sono riuniti per gli studii d'insieme sotto la sua direzione. Solo in questa circostanza l'artista figura nel pieno suo valore; ispira un sentimento di confidenza, e di rispetto a tutta questa gioventù che si sente da lui animata e vivificata. Là sta la vera direzione del Conservatorio, quella che porta frutti, e raggiunge lo scopo dell'istituzione. Un anno era appena trascorso dopo la nomina di Mercadante, e già ogni cosa sotto questo rapporto aveva