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dell'huomo saggio e prudente. Strabone nel quartodecimo libro narra, che Marcantonio Romano donò i tributi di quattro città ad Anassenore Citharedo, premiando l'arte sua con dono così ricco, e glorioso. Plinio scrive, che Apelle pittore fu sì caro ad Alessandro Magno, che li fece un presente d'una sua amata Campaspe chiamata, quantunque l'amasse caldamente, sol per honore della pittura eccellente, nella quale egli era unico, e singolare. Leggesi appresso a Macrobio, che Roscio Histrione in tal professione valent'huomo, col consenso de' cavalieri fu donato da Lucio Silla un'anel d'oro, in segno c'honorava il valore della persona egregia virtuosa. Ovidio Poeta nel nono della Metamorfosi attribuisce nella lite per l'armi d'Achille, la palma a Ulisse sopra d'Aiace, solamente per la scienza e facondia del parlatore. Quindi il giudicioso Anguillara compose quella stanza honorata, che dice.

Allhor conobbe ognuno apertamente
Quando l'altrui facondia altrui commune;
Che de i due cavalieri il più eloquente
L'arme del pronepote hebbe di giove.

Che accade accumulare infinità d'essempi, se troppo è chiaro l'honore debito, e conveniente alla scienza delle persone? Ma dopo le scienze, et le discipline liberali seguono l'arti mecaniche, delle quali molte sono appo il mondo honorevoli, e degne riputate, et altre come vilissime da ognuno manifestamente biasimate. E queste furono da Possidonio filosofo (come narra Seneca nel trattato de' studi liberali) divise in vulgari, come sono i misteri vili, in giocose, e spassevoli all'occhio, come sono le machine degli artefici; e in puerili, come sono gli essercitij, che da putti usiamo. Benche cotesta divisione appaia assai chiaramente diminuta, et insufficiente. Hora il Budeo persona dottissima, nel suo trattato de Asse, ha chiamato gli artefici di queste, feccie, e brutture delle città. Nondimeno Cassiodoro nella terza decima epistola lodando l'arti mecaniche le chiama decoro, et ornamento di quelle. Ars (dice egli) est decus Urbium. Il Sabellico nel decimo libro de' suoi essempi dice, che Pulchrum est in omni artium, genere excellere. Marco Tullio nel secondo de' suoi ufficij, estogliendo quest'atti, dice ancor lui queste parole. Quid enumerem artium multitudinem sine quibus vita omnium nulla esse potuisset? quis enim agris subveniret? quae esset oblectatio nolentium? quis victus aut cultus corporis nisi tam multae nobis artes ministret?. Platone la chiama prime, et più dell'altre necessarie. Nella legge civile alla legge prima, appresso al fine, al capitolo De infantib. expositis, Sono equiparate queste due cose insieme, l'esser nutrito quanto alla vita, et l'essere allevato in qualche mestieri, e professione. Che honor di meno ha Plauto Poeta comico illustre, se ben scrive Varrone, ch'egli avesse