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34 libro primo


Forse mi sará detto da molti filosofi che, sebbene è vero che il valore delle gemme e delle cose rare sia sulla natura umana fondato, come io ho dimostrato, non cessano però di parer loro questi concetti ridicoli e miserabili deliri. Alle quali persone io rispondo che non so se alcuna cosa umana troveranno essi, che non sembri loro tale; e da questa opinione non sono per frastornargli. Ma io amerei che il buon filosofo, dopo che s’è spogliato da’ terreni inganni e, quasi disumanandosi, si è tanto sopra gli altri alzato, che ha potuto di noi meschini mortali ridere e prender sollazzo, quando poi da questi pensieri si distacca, ritorna in giú e nella societá si framischia (al che lo sforzano i bisogni della vita); vorrei, io dico, vederlo tornar uomo comune, e non filosofo. Quel riso, che, quando e’ filosofava, ha sanato il suo animo, ora, ch’egli opera, potrebbe i suoi e gli altrui fatti perturbare. Meglio è che restino questi concetti nel suo animo racchiusi; e, conoscendo e deplorando insieme co’ suoi pari, s’ei vuole, chè io gliel concedo, quanto sia poco l’uomo superiore a’ bruti, non venga a fargli male, volendolo migliorare. Impossibile impresa è questa per lui. Se nella nostra divina religione gli uomini alla perfetta virtú si guidano, sono i nostri maestri da soprannaturale e divino potere aiutati; e, se fra noi esempi di altissima perfezione si veggono, sono queste opere della celeste grazia e non dell’umana natura. Chi dunque siffatte armi ha seco, venga a perfezionarci, chè ben lo può; ma la filosofia non giunge a questo. Perciò si sono veduti gli stoici, che, volendo far gli uomini perfettamente virtuosi, gli resero ferocemente superbi. Altri, nel volergli taciturni e contemplativi, gli fece mangioni; chi, volendogli poveri, gl’incrudeli; e Diogene, da’ pregiudizi volendogli purgare, istituí una infame razza di cani. Ci lascino dunque costoro vivere in pace. Lascino ai metalli e alle gemme quella stima, comunque ella siesi, che tengono. Non gridi Orazio piú:

     Vel nos in mare proximum
gemmas et lapides, aurum et inutile
summi materiem mali
mittamus.