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capo secondo 29


piacere, sará un bene, ma tronco e dimezzato. Questo cammina cosí riguardo a piaceri di questa vita assolutamente considerata, come se insieme coll’altra eterna si rimira. È a noi (grazie alla provvidenza) manifesto che dopo questa viveremo un’altra vita, i piaceri o i dolori della quale colle operazioni della presente sono strettamente congiunti. Or dunque, non mutando da quel che ho detto, i piaceri di questa vita, che a que’ dell’altra non nuocono, sono veri e perfetti; ma que’, che in quella vita produrranno pena (essendo la disparitá fra i piaceri e le pene dell’una vita e dell’altra infinita), sia pur grande quanto si voglia il gusto di qua e piccolo il male di lá, sempre saranno mentiti piaceri e bugiardi. Se questa dichiarazione, che pur molte righe non occupa, si facesse da ognuno, l’antichissimo litigio, che è tra gli epicurei e gli stoici, fra la voluttá e la virtú, non si sarebbe udito, e o avrebbero avuto torto gli stoici, o si saria conosciuto che solo nelle parole insensatamente si disputava. Ritorno onde partii.

Utile è tutto quello che produce un vero piacere, cioè appaga lo stimolo d’una passione. Or le nostre passioni non sono giá solamente il desiderio di mangiare, di bere, di dormire. Sono queste solamente le prime, soddisfatte le quali, altre egualmente forti ne sorgono. Perchè l’uomo è cosí costituito, che, appena acquetato che egli ha un desio, un altro ne spunta, che sempre con forza eguale al primo lo stimola; e cosí perpetuamente è tenuto in movimento, nè mai giunge a potersi intieramente soddisfare. Perciò è falso che le sole cose utili siano quelle che a’ primi bisogni della vita si richieggono: nè, fra quel che ci bisogna e quel che no, si può trovare il limite ed i confini; essendo verissimo che, subito che si cessa d’aver bisogno d’una cosa ottenendola, si comincia ad averne d’un’altra desiderandola.

Ma fra tutte le passioni, che appariscono nell’animo umano, quando sono soddisfatte quelle le quali ci sono communi co’ bruti e che alla conservazione dell’individuo o delle spezie sono determinate, niuna ne è piú veemente e forte a muover l’uomo quanto il desio di distinguersi e d’essere superiore fra