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del pruno. 215


Tutte queste varietà possono essere coltivate all’aperto.

§ 914. Il pruno si moltiplica generalmente per polloni sorti presso il suo pedale; ma questo metodo, sebbene sia quello adottato dai venditori per aver presto un soggetto da innesto, pure non è quello che dà le migliori piante, essendo esse sprovviste di fittone, e perchè conservano la tendenza a mandar esse pure polloni presso il colletto, o sulle radici che scorrono superficialmente. Insomma non formano nè belle piante, nè durevoli. Il miglior mezzo è quello di seminare i nocciuoli del pruno dapprima in un semenzajo, e poscia nel vivajo, nel quale s’innestano presso terra ad occhio dormiente nel secondo anno. I soggetti già adulti s’innestano a spacco.

Quando si voglia disporre l’albero a spalliera od a cespuglio si leva la pianticella dal vivajo l’anno dopo l’innesto, lasciandovi due rami o procurandone la biforcazione come abbiamo indicato farsi col pesco (§ 909). Se invece vuolsi coltivare all’aperto, si aspetta che la pianticella abbia formato un tronco di tre anni nel vivajo, indi si pianta colle solite norme, avendo cura di metterla in un terreno argilloso-calcare, alquanto fresco, poichè questo è quello che meglio si conviene al pruno; e gli si somministreranno concimi alcalini leggermente azotati. Le radici del pruno stanno di preferenza alla superficie, per il che non esigesi un terreno molto profondo; soffre però la troppa umidità e l’ombra.

Le regole per educare il pruno a spalliera sono le medesime di quelle usate pel pesco. In quanto al taglio devesi osservare che i bottoni da fiore crescono sui rami di due anni e meglio ancora su quelli di tre, poichè anche il pruno mette dardi e rimessiticci. Suppongasi un ramo vigoroso, questo alla primavera non presenterà sopra tutta la sua estensione che bottoni da legno. Tagliato questo ramo ad una certa altezza, nell’estate sviluppa tutti i suoi bottoni, riuscendo più vigorosi i germogli che sono verso la cima di quelli che stanno alla base. Nel terzo inferiore questi germogli B avranno una lunghezza di 0m,05 a 0m,10 (fig. 255); quelli C del terzo di mezzo di 0m,08 a 0m,15; ed i germogli D che sono verso la cima saranno lunghi di 0m,20 a 0m,50. Questi ultimi, ad eccezione del germoglio terminale che serve ad allungare il ramo, si dovranno cimare appena che abbiano una lunghezza di 0m,06, per trasformarli in rami da frutto. Nella seguente primavera il ramo si presenterà come la figura 255. I pic-