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argomento, non è ancora giunta al punto per cui certe istituzioni vi possano allignare convenientemente. Là mancano le risorse materiali, qua le morali, ma sopratutto gli elementi intellettuali speciali agrari. L’insegnamento agrario domanda docenti particolari che il paese ancora non dà. Oltre dieci anni si perdettero ostinandoci a voler formare gli scolari prima dei maestri, e ad istruire i lavoratori prima che i direttori delle aziende. Credemmo che i pratici potessero far da maestro, e fu un’illusione. I comizi, costituitisi in numero più per l’impulso governativo che per iniziativa privata, mancando per la massima parte di soci e di mezzi propri non seppero far di meglio che appoggiarsi, come sempre, al governo per ordinarsi.

Essi per poter credere alla propria esistenza, iniziarono delle esposizioni, il più delle volte troppo ristrette e di nessuna utilità per mancanza di confronti; i campioni esposti, se potevano soddisfare l’occhio, non sempre soddisfacevano il tornaconto; si premiò l’arte di presentare un campione, non l’industria d’una coltivazione; e spesso si premiò non già chi produsse il campione, ma chi lo comperò per esporlo. Di produrre molto, bene ed a basso prezzo, non entrò quasi mai nel compito delle esposizioni, come non vi entrò la premiazione dell’industria agraria coi concorsi di poderi.

Nel pensiero d’incoraggiare s’incoraggiò di soverchio; la presenza dei concorrenti bastava spesso a vincere, il numero dei premiati non di rado passò i due terzi degli espositori, aggiungendosi per tal modo l’illusione d’un falso merito o d’un falso progresso. E qui ancora, mancando di pecunia propria, si ebbe ricorso al governo, il quale si credette d’aver l’obbligo morale di non rifiutare i sussidii richiesti. Furono danari sepolti sotto terra, in seguito si fo’ accorti che quelle microscopiche esposizioni niun utile recavano al paese, e saggiamente si limitò a sussidiare soltanto quelle mostre che comprendessero almeno una vasta zona o regione egraria.

In questo stato di cose, parve un buon pensiero quello di spingere i Consigli scolastici, ed i Comizi ad aprire con-