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irrigati colle acque della Vettabbia. Quanto più la parte vegetale trovasi in maggior quantità, altrettanto riesce prolungato il primo stadio, ossia la combustione lenta; ed in simili terreni non allignano che piante erbacee di minor conto, canne, giunchi, ecc. — Che la sovrabbondanza di materie vegetali nel terreno, ritardi il risultato della lenta combustione, e che il residuo della lenta combustione non basti da solo a favorire la vegetazione, possiamo provarlo coi seguenti fatti. — Le ceneri sono l’ultimo risultato della lenta combustione, contengono tutto ciò che d’inorganico contenevano le piante; solo l’umidità e parte delle materie gasose se ne dipartirono durante la combustione. Ma queste materie gasose sono ancora nell’atmosfera, e l’umidità può essere nuovamente fornita dalle piogge, o con qualche mezzo artificiale. Ebbene, coltivate due piante della stessa specie, l’una sulla cenere pura, l’altra in terreno diligentemente mescolato a cenere, e vedrete sicuramente vegetare assai meglio la pianta coltivata in quest’ultima condizione che quella nella cenere pura. Coltivate una pianta sopra un ammasso di puro letame da stalla, ed altra eguale in terreno ben mescolato a concime, ed anche in questo caso farà miglior riuscita la pianta che col concime trova anche il terreno. Così pure gli effetti utili dell’umus nel terreno si fanno maggiormente sentire ove si trovi in proporzione non maggiore del 12 per cento circa, e che mai non superi il 28 od il 30.

Pertanto tutto mi porta a credere che i residui della lenta combustione, al pari delle materie concimanti, avanti d’esser poste a profitto delle piante, debbano umificarsi, unirsi o combinarsi, ai materiali terrestri. — Infatti, volete correggere o migliorare le condizioni dei terreni la cui superficie può considerarsi una torba od una spugna vegetale? Non avete che ad affrettare il risultato della lenta combustione coll’abbruciarne la superficie, mesco-