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che non contrariando la natura, nè col preparare il terreno, nè col preparare o limitare l’atmosfera alle piante, queste, il più delle volte, danno all’analisi una quantità d’azoto maggiore di quella che si sarebbe potuto riscontrare nel terreno.
I. B. Lawes e Gilbert, in una memoria letta nel 1857 all’Associazione di Dublino (Institut. 8 décembre, 1858) circa alla quantità annuale d’azoto tolto ad un acre di terreno da diversi prodotti, verreberro ad alcune conclusioni le quali confermano il nostro supposto.
Nella coltivazione de’ cereali, sopra una serie d’anni, soli 4/10 dell’azoto, fornito annualmente cogli ingrassi, furono utilizzati per un aumento immediato del raccolto; per il che si pongono le seguenti domande:
1. L’azoto venne forse in gran parte perduto perchè trasportato dalle acque?
2. Il concime azotato si scompose nel suolo, lasciando evaporare l’azoto sott’altra forma?
3. Una porzione d’azoto rimase forse nel suolo in combinazione fissa od inutile?
4. Vi fu sviluppo d’ammoniaca o d’azoto libero durante la vegetazione?
5. I raccolti delle leguminose, le quali assorbono una maggior quantità d’azoto in modo più facile, come poterono lasciare una sufficiente proporzione di composti azotati disponibile per i cereali?
6. Perchè, dove non si concima, l’azoto fornito dai raccolti è sempre superiore a quello che può cadere colle piogge in forma d’ammoniaca o di acido azotico?
A molte delle prime domande si potrebbe rispondere soltanto col conoscere la qualità del terreno, cioè conoscendo la di lui facoltà assorbente o conservatrice dei materiali utili. All’ultima risponde il dubbio già esposto, cioè la possibile combinazione dell’azoto atmosferico coi materiali terrestri.