Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
91 |
XCIII.
(Da Efestione, p. 59.)
O Citerea, perisce il molle Adone:
Or che faremo? Vergini, piangete,
Lacerate le tuniche.
Non cita Efestione l’autore: il Blomfield attribuisce il frammento ad Alceo; più verisimilmente a Saffo il Neue.
XCIV.
(Dallo Scoliaste di Pindaro, Pizie, 4, 407.)
Perchè figlio di Giove
L’oro tarma nè verme altro non rode;
L’or, cui l’umana mente,
Che ogn’altra mente eccede,
Balia di sè concede..
XCV.
(Da Achille Tazio, II.)
Se al popolo de’ fiori
Giove sceglieva un Re, la rosa certo
Privilegiato, avria di cotal serto.
Costei la terra abbella:
Fra tutte piante brilla
Costei, de’ fior pupilla.