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e Menandro, non dichiarano apertamente di parlar della famosa mitilenese. Spetta alla Nostra la testimonianza d’Esichio Milesio, nel libro Degli uomini per dottrina celebri, si per lo titolo dell’opera, e si perchè Saffo vien messa tra Stesicoro e Sofocle, l’uno a lei contemporaneo, l’altro posteriore. Ma lo traviò forse Ovidio; e ad ogni modo lo separano da Saffo dieci secoli. Negano fede al tristo caso il Neue e il Müller: mosso il primo principalmente dal silenzio di Tolomeo Efestione, e persuadendosi tuttavolta che Saffo amasse, non riamata, Faone; l’altro considerando che cotal tradizione fu medesimamente riferita ad Afrodite, addolorata per la morte d’Adonide (vedi Tolomeo Efestione, nella Biblioteca di Fozio, βιβλίον ζ, e che niuna contezza ci giunse della principale circostanza del fatto; se, cioè, Saffo sopravvivesse al salto o ne perisse. Forse la professione poetica, affermata da Suida in ambedue le Saffo, generò la confusione e l’errore che alla più illustre appropriò l’amor faoniano e il salto celebratissimo. Anco lo scambio degli amori tra le due poetesse potette avere appicco dalle poesie medesime della Nostra; che, se crediamo a Pausania