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50 vii - viaggio sentimentale di yorick


ne sono sicuro, mi amava. — Su di che raccontò la lunga storia di certo disastro per cui, menire passavano i Pirenei, s’erano per tre giorni smarriti l’uno lontano dall’altro; che in que’tre giorni l’asino aveva cercato di lui quanto egli aveva cercato dell’asino; e che non aveano quasi mai toccato pane né acqua, finché non si furono riveduti.

— Tu hai, se non altro, una consolazione, o uomo dabbene — io gli dissi — nella perdita della tua povera bestia: perch’io sono certo che tu gli fosti misericordioso padrone.

— Oimè! — mi rispose queiraddolorato: — cosí anch’io mi credeva finché il mio asino visse; non cosí ora ch’è morto; e temo che il peso di me, e delle mie afflizioni insieme, non gli sia stato assai grave, e avrà logorato la vita a quella povera creatura; e temo che dovrò renderne conto.

— Vergogna a noi! — dissi meco. — Se tra di noi almeno ci amassimo quanto questo povero vecchio amava il suo asino, non saria poco. —

XXVII

NAMPONT

IL POSTIGLIONE

Alla mestizia, di cui la storia di quel poveretto m’aveva innondato, bisognava alcuna caritatevole cura; ma il postiglione non ci badò, e mi rotolò sul pavé1 di scappata.

L’anima del pellegrino assetato nelle solitudini piú arenose d’Arabia non si strugge per un bicchiere d’acqua di fonte, quanto allora la mia per moti gravi e posati; ed avrei fatto moltissima stima del postiglione, s’egli si tosse dileguato meco a passi quasi pensosi: invece, finito appena il piagnisteo del dolente, quel ghiottoncello lasciò andare un’inumana frustata

  1. «Pavé»: strato di grossi ciottoli diseguali, di cui sono comunemente selciate le strade postali [F.].