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237 vii - scritti vari


terreno troppo ampio alle sue: onde non cercò a principio se non d’arrestare i movimenti del nimico con vari corpi d’osservazione sulla Brenta. Alvinzi, indugiato parecchi giorni, passa la Piave. Bonaparte è costretto a sgombrare dal paese fra la Brenta e l’Adige. Provasi a Caldero di riguadagnarsi l’offesa; ma l’esperimento non fu, in quella giornata, felice, e seppe ad un punto le divisioni nimiche insignorite della sponda diritta dell’Adige e giunte a Rivoli. L’Italia parea perduta senza riparo e teneasi inevitabilmente levato il blocco di Mantova. Alla rassegna in Verona dopo la battaglia di Caldero, i francesi si trovano quindicimila, non piú; e, quando a notte l’esercito sfilò, correa universale parere che si continuerebbe la ritirata. Aspettativa delusa. Comandasi alle schiere di seguire-l’Adige, che alle ore due sull’alba traversano a Ronco, e Bonaparte presente l’insigne battaglia d’Arcole. Quantunque la mira principale del capitano svanisse al principio della giornata, pure quella sapiente tattica gli giovò a cacciare dalla bella posizione di Caldiero il nimico, attirarlo in palude, stringerlo, a combattere sugli argini, ove il numero superiore non lo vantaggiava. Per tre di le divisioni nimiche, rotte a mano a mano, scoraggiandosi, cedono il campo di battaglia; e tutto l’esercito, inseguito, rivarcò sbandato la Brenta.

Bonaparte, riconducendo sempre le vittorie alle nostre insegne, fe’ tale stimare al mondo, giudice per lo piú dell’evento, che tutto fedelmente gli prosperasse; ma i militari osservatori conosceranno quanti progetti ottimamente combinati gli si convertirono in danno: bensí non ci ebbe mai uomo piú pronto né piú sperimentato a’nuovi espedienti, con che imponeva alla fortuna di secondarlo.

Campagna quinta.

Fu questa la campagna delle battaglie di Rivoli e della Favorita, donde venne la presa di Mantova. La giornata campale di Rivoli fu piú gloriosa all’esercito di quella di Marengo, perché Bonaparte con diciottomila ne sconfisse quarantamila, ventisettemila de’ quali rimasero prigioni. Inferiore di tanto, ed in un campo di battaglia di cinque leghe quadrate, il capitano spiegò sovranamente la grande arte di apparire superiore in tutti i punti di attacco. Non previene le colonne austriache in distanza di sette in otto leghe, né in trentasei o quarantott’ore di spazio;