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difesa pel sergente armani 205


in Austerlitz, e celebreranno quella vittoria solenne; che la vergine passionata otterrà la mano di Terigi; occasione per l’autore di ricondurre il bardo e la sua famiglia in Baviera, loro patria, ed alla corte del re alleato, ove i cantori saranno àuspici degli augusti sponsali, con cui il liberatore d’Italia ornerà di splendide e certe speranze il suo nuovo regno.

Parlerò ora dello stile. Questo poeta è celebrato nel nostro secolo per l’abbondanza dei modi, la purità della dizione, la novità dei traslati, la proprietà delle parole, la precisione dell’idea, l’armonia del verso, il colorito delle immagini, la vita ne’ sentimenti, per quell’aura celeste insomma di cui è capace la poesia e la lingua italiana. I critici, che pur gli rimproveravano molti difetti d’economia, lodarono sempre lo stile; anzi la fama del Monti ebbe principio dall’Aristodemo, fortunato piú per lo splendore dello stile e delle sentenze con cui è scritto che per l’architettura ond’è disegnato. Questo pregio fa perdonare assai colpe e moltissimi plagi in Virgilio, ed innalzò al principato de’ poeti francesi Racine, che pur copiò quanto ha di bello da’ greci. Dello stile adunque del Bardo si tacerebbe, lasciando che il pubblico regolasse giudizi su l’opinione stabilita dagli altri poemi del Monti, se questi non si fosse ora procacciate nuove forme e nuovo impasto. Il Caro, il Cesarotti, segnatamente nell’Ossian, ed il Parini ci sembrano i maestri del verso sciolto in Italia, quantunque l’ultimo, non avendo trattato argomenti narrativi, abbia avuto piú campo alla ricchezza ed all’armonia, perché la narrazione rifugge per se stessa da stranieri ornamenti. Ove il Caro avesse potuto dare l’ultima mano alla sua traduzione, stampata postuma, avrebbe altamente giovato all’epopea, perché gl’ingegni si sono piú disgustati delle sue colpe che incantati del ritmo, della schiettezza e dell’abbondanza del suo poetare; e la materia dell’Ossian dissente tanto da’ nostri costumi e dalle nostre idee poetiche, che l’imitarlo riescirebbe ridicola affettazione. Ma l’autore del Bardo temprò la magnifica semplicità omerica e le figure virgiliane con la disinvoltura del Caro e le nuove forme dell’Ossian, e si fece uno stile tutto proprio, ove il solo perito