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e t’accorgerai che, s’io ti scrivo ogni tanto una lettera, non è poco. Oh la scimunita figura
p. 297, l. 7, Z e L, Deh, leggete un po’ ch’io v’intenda!
»l. 9, Z e L, inavvedutamente
»l. 11, Z e L, ritrovarlo. Teresa vorrebbe adirarsi, e sorride. Pur se afferrassi tutti i pensieri che mi passano per fantasia! Ne vo notando su’ cartoni e su’ margini del mio Plutarco; se non che, non si tosto scritti, m’escono dalla mente; e, quando poi li cerco sovra la carta, ritrovo aborti d’idee scarne, sconnesse, freddissime. Questo ripiego di notare i pensieri, anzi che lasciarli maturare dentro l’ingegno, è pur misero! Ma cosí si fanno dei libri composti d’altrui libri a mosaico. E a me pure, contro intenzione, è venuto fatto un mosaico. In un libretto inglese ho trovato un racconto di sciagura, e mi pareva ad ogni frase di leggere le disgrazie della povera Lauretta; il sole illumina da per tutto ed ogni anno i medesimi guai su la terra! Or io, per non parere di scioperare, mi sono provato di scrivere i casi di Lauretta, traducendo per l’appunto quella parte del libro inglese; e, togliendovi, mutando, aggiungendo assai poco di mio, ho raccontato il vero, mentre forse il mio testo è romanzo. Io voleva in quella sfortunata creatura mostrare a Teresa uno specchio della fatale infelicitá dell’amore
»l. 13 sgg., M, su le coperte e su’ margini del mio Plutarco. Ho incominciata la storia p. 298, l. 1, Z e L, Frammento
»l. 2, M, pensi
»l. 3, M, pensato
»l. 4, Z e L, che il destino
»l. 10, Z e L, all’universo degli enti
»l. 11, Z e L, distruggendoli
»l. 15, Z e L, or non sai
»l. 16, L, l’infelice; M, piú dolci che gli effluvi sul seno della pri mavera?
»l. 18, L, sulla bara
»l. 19, Z e L, disacerbava
»l. 20, Z e L, sovra il
»l. 22, Z e L, poi col tuo fazzoletto mi rasciugavi e rasciugavi
»l. 32, voci e ti
p. 299, l. 5, Z e L, parevati
»l. 12, Z e L, ti rende piú cara
»l. 14, M, e spogli
»l. 16, Z e L, offerirti
»l. 17, Z e L, offeriva questo mio romitorio
»l. 19, Z e L, tazza e ti saresti addormentata sovra il mio petto.