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50 iv - seconda redazione delle


posso dire di scriverti col sangue del mio cuore. La mia memoria ti preserverá forse dalle sciagure del vizio. La tua bellezza, la tua gioventú e lo splendore della tua fortuna saranno sprone e per gli altri e per te, onde contaminare quella innocenza. alla quale tu hai sacrificato la tua prima e piú cara passione, e che pure ne’ tuoi martiri fu sempre il tuo solo conforto. Tutto ciò che v’è di lusinghiero nel mondo congiurerá a perderti, a rapirti te stessa, a confonderti fra la schiera di tant’altre donne, le quali, dopo avere abbandonato il pudore, fanno traffico dell’amore e dell’amicizia, ed ostentano come trionfi le vittime della loro perfidia. Tu no, mia Teresa: la tua virtú risplende nel tuo viso celeste, ed io l’ho rispettata... e tu sai ch’io t’ho amato, adorandoti come cosa sacra. — O divina immagine dell’amica mia! o ultimo dono prezioso ch’io contemplo, e che m’infonde piú vigore, e mi narra tutta la storia de’ nostri amori! Tu stavi facendo questo ritratto il primo dí ch’io ti vidi: ripassano ad uno ad uno dinanzi a me tutti que’ giorni che furono i piú affannosi e i piú cari della mia vita. E tu l’hai consecrato questo ritratto, attaccandolo bagnato del tuo pianto al mio petto..., e cosí attaccato al mio petto verrá con me nel sepolcro. Ti ricordi, o Teresa, le lagrime con cui lo raccolsi?... Oh! io torno a versarle, e sollevano la trista mia anima. Che se alcuna vita resta dopo l’ultimo spirito, io la sacrerò sempre a te sola, e l’amor mio vivrá immortale con me. Ascolta intanto una estrema, unica, sacrosanta raccomandazione: io te ne scongiuro per il nostro amore infelice, per le lagrime che abbiamo sparse, per la tenerezza che tu senti per i tuoi genitori, per i quali ti sei immolata vittima volontaria: non lasciare senza consolazione la mia povera madre; fors’ella verrá a piangermi teco in questa solitudine, dove cercherá riparo dalle tempeste della vita. Tu sola sei degna di compiangerla e di consolarla. Chi le resta piú, se tu l’abbandoni? Nel suo dolore, in tutte le sue sventure, nelle infermitá della sua vecchiaia ricordati sempre ch’ella è mia madre.

Dopo la mezzanotte partí per le poste da’ colli Euganei; ed arrivato su la marina alle 8 del giorno seguente, si fe’ traghettare