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ultime lettere di iacopo ortis 45


forse rapiti dalle persecuzioni degli uomini o contaminati dalle colpe?

Cercai quasi con religione tutti i vestigi dell’amico mio nelle sue ore supreme, e con pari religione io scrivo quelle cose che ho potuto sapere: però non ti dico, o lettore, se non ciò ch’io vidi o ciò che mi fu, da chi il vide, narrato. Per quanto io m’abbia indagato, non seppi che abbia egli fatto ne’ di 16, 17 e 18 marzo. Fu piú volte a casa T***; ma non vi si fermò mai. Usciva tutti que’ giorni quasi prima del sole, e si ritirava assai tardi; cenava senza dire parola; e Michele mi accerta che avea notti assai riposate.

La lettera che siegue non ha data, ma fu scritta il giorno 19.

Parmi? o Teresa mi sfugge? Ella stessa mi sfugge? Tutti... E le sta sempre al fianco Odoardo. Vorrei vederla solo una volta; e sappi ch’io sarei giá partito... Tu pure m’affretti ognor piú! Ma sarei partito, se avessi potuto lasciarle le ultime lagrime. Gran silenzio in tutta quella famiglia! Salendo le scale, temo d’incontrare Odoardo; parlandomi, non mi nomina mai Teresa. Ed è pur poco discreto! Sempre, anche poc’anzi, m’interroga quando e come partirò. Mi sono arretrato improvvisamente da lui, perché davvero mi parea ch’ei sogghignasse; e l’ho fuggito fremendo.

Torna a spaventarmi quella terribile veritá, ch’io giá svelava con raccapriccio e che mi sono poscia assuefatto a meditare con rassegnazione: «Tutti siamo nemici». Se tu potessi fare il processo de’ pensieri di chiunque ti si para davanti, vedresti ch’ei ruota a cerchio una spada, per allontanare tutti dal proprio bene e per rapire l’altrui. Mio Lorenzo, comincio a vacillar nuovamente. Ma conviene disporsi... e lasciarli in pace.

P. S. Torno da quella donna decrepita, di cui parmi d’averti narrato una volta. La disgraziata vive ancora! Sola, abbandonata spesso gl’interi giorni da tutti, che si stancano di aiutarla, vive ancora; ma tutti i suoi sensi sono da piú mesi nell’orrore e nella battaglia della morte.