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ultime lettere di iacopo ortis 31


diversitá da queste solitudini alla tomba? La mia morte sarebbe per me la meta de’ guai, e per voi tutti la fine delle vostre ansietá sul mio stato. Invece di tante ambasce continue, io vi darei un solo dolore..., tremendo, ma ultimo, e sareste certi della eterna mia pace. I mali non ricomprano la vita.

E penso ogni giorno al dispendio di cui da piú mesi sono causa a mia madre; né so come ella possa far tanto. S’io tornassi, troverei forse la nostra casa vedova del suo splendore. E incominciava giá ad oscurarsi, molto pria ch’io partissi, per le pubbliche e private estorsioni, le quali non restano di percuoterci. Né però quella madre benefica cessa dalle sue cure; trovai dell’altro denaro a Milano: ma queste affettuose liberalitá le scemeranno certamente quegli agi fra’ quali nacque. Pur troppo fu moglie mal avventurata! Le sue sostanze sostengono la mia casa, che rovinava per la prodigalitá di mio padre; e l’etá di lei mi fa ancora piú amari questi pensieri. Se sapesse! Tutto è vano per Io sfortunato suo figliuolo. E s’ella vedesse qui dentro, se vedesse le tenebre e la consunzione dell’anima mia! Deh! non gliene parlare, o Lorenzo; ma vita è questa? Ah sí! io vivo ancora; e l’unico spirito de’ miei giorni è una sorda speranza, che li anima sempre e che s’asconde talora a me stesso. Il tuo giuramento, o Teresa, proferirá ad un tempo la mia sentenza; ma, finché tu se’ libera (e il nostro amore è ancora nell’arbitrio delle circostanze, dell’incerto avvenire e della morte), tu sarai sempre mia. Io ti parlo e ti guardo e ti abbraccio; e mi pare che cosí da lontano tu senta l’impressione de’ miei baci e delle mie lagrime. Ma, quando tu sarai offerta da tuo padre come olocausto di riconciliazione su l’altare di Dio, quando il tuo pianto avrá ridata la pace alla tua famiglia, allora... io scenderò nel nulla. E come può spegnersi, mentre vivo, il mio amore? E come non ti sedurranno sempre nel tuo secreto le sue dolci lusinghe? Ma allora piú non saranno sante e innocenti. Io non amerò, quando sará d’altri, la donna che fu mia; amo immensamente Teresa, ma non la moglie d’Odoardo. Oimè! tu forse, mentre scrivo, sei fra le sue braccia!... Lorenzo! Ahi Lorenzo! Eccolo quel demonio mio persecutore: torna a incalzarmi, a