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considerazione decimaseconda 327


Ma ne’ sonetti clxiii, clxiv le chiome della sua bella son bistrattate; e nel clxvi1 è pazza quell’iperbole:

Le chiome che, a vederle,
di state a mezzodi vincono il sole.*

Il Casa, unico de’ poeti minori degno di essere letto, nella canzone del Pentimento dipinge il biondeggiar delle chiome:

 . . . o se due trecce bionde
sotto un bel velo fiammeggiar lontano.

Ed il Bronzino, dipingendo una gentildonna vestita alla foggia di madonna Laura tenente il canzoniere, fa appunto che le chiome biondeggino soavemente sotto un velo. 11 ritratto è pieno di passione e di veritá; doti della scuola toscana. Il Pickler nel suo cammeo di Saffo colse lo stesso pensiero del poeta e del pittore: la natura aveva creata la gemma tutta per quell’artefice insigne. Aveva il vermiglio de’ labbri, le rose delle guance, il candore del collo e l’aureo delle chiome coperto da un bianchissimo velo, da cui trasparivano. Sappiamo che Saffo era bruna; ma chi vorrá incolpare l’artefice, se attribuí all’amorosa ed immortale fanciulla il crine d’Amore e de’ numi? Frattanto questo miracolo della natura e monumento eterno dell’arti moderne non è piú in Italia; né so a che mani è commesso.



    di varie postille in margine e volanti. In una di queste ultime, a proposito di questo sonetto, che corrisponde al cxliv dell’ediz. Marsand, leggesi la postilla che segue: vv. 7-10. ’Nessun greco cantò mai sì amabilmente le chiome’». Cosí gli edd. fiorent. Aggiungo che questo Petrarca esiste ora nella r. Biblioteca Marucelliana, pervenutovi eoi libri del fondo Martelli [Ed.].

  1. Corrispondono ai sonn. cxlv, cxlvi, cxlviii della suddetta ediz. Marsand [Ed.].