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considerazione quarta 291


Delo, v. 298; Gioven., Satire, iii, v. 1S6; Marziale, lib. iii, epigr. 6). La religione a’ tempi degli imperadori prese qualitá dalla universale corruzione. Xifilino nota, sebben ora non mi sovvenga dove, che i «ludi giovenili», di cui Tacito fa motto (Annal., xiv, 15), vennero istituiti per la commemorazione della prima barba da Nerone deposta: il che imitò da Ottaviano, che tenne per festivo il giorno della barba e lo decretò pubblico (Dione, cap. 61 e 80). Ma Nerone, degno suo successore, non pago dell’anniversario, consecrò ad aeternam rei memoriam la sua lanugine a Giove Capitolino dentro una pisside d’oro contornata di gemme (Svetonio, in sexto Caesare, cap. 12). Per isdegno contro gli dèi, * che gli avevano rapito Festo, carissimo de’ liberti, * voleva anche Caracalla abbruciare i suoi capelli sull’ara, mentre stava sacrificando, * inferie al suo Patroclo; * ma, stendendo la mano per istrapparseli, si trovò calva la testa (Erodiano, Storia, lib. iv, 12). E calvo era. Le medaglie lo rappresentano chiomato: ma o quelle chiome sono parrucche, di cui vedi nella Considerazione nona, o (sia detto con pace degli antiquari) le medaglie mentono. Luciano nel libro Pro imaginibus, poco dopo il principio, narra che la famosa Stratonica, moglie di Seleuco e poi del figliuolo di lui Antioco, della quale canta anche il Petrarca ( Trionfo d’Amore, ii, v. 115 e sg.), promise due talenti al poeta che meglio lodasse le sue chiome. Tutto il mondo sapeva che per malattia,

          quod solum formae decus est, cecidere capilli;

pur vi furono poeti che cantarono:

          Quis expedivit Psittaco suum χαῖρε?
          Magister artis ingeniique largitor
          venter:

ed il ventre insegnava il canto ad Ulisse ( Odiss ., lib. xvii, 286, ed altrove), e le linde adulazioni ad Orazio (lib. ii, epist. 2). Cosí la paura avrá consigliato alle province di battere medaglie benchiomate al calvo imperadore. Ben disse Giovenale (Sat., iv, v. 70) che nulla v’ha di sí stravagante, che i potenti non credano di se stessi e che gli adulatori non facciano credere.