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ultime lettere di iacopo ortis 21


ora!... Tu il vedi: ogni consiglio e ogni ragione è funesta per me. Guai s’io non obbedissi al mio cuore!... La ragione?... È come il vento: ammorza le faci ed anima gl’incendi. Addio frattanto.

ore 10 della mattina.

Ripenso: e’ sará meglio che tu non mi scriva finché tu non abbia mie lettere. Prendo il cammino delle alpi liguri per evitare i ghiacci del Moncenis: sai quanto micidiale m’è il freddo.

ore 1.

Nuovo inciampo: hanno a passare ancora due giorni prima ch’io m’abbia il passaporto. Consegnerò questa lettera nel punto ch’io sarò per montare in calesse.

8 febbraro, ore 1 ½.

Eccomi con le lagrime su le tue lettere. Riordinando le mie carte, mi sono venuti sott’occhio questi pochi versi che tu mi scrivesti sotto una lettera di mia madre, due giorni innanzi ch’io abbandonassi i miei colli: «T’accompagnano tutti i miei pensieri, o mio Iacopo: t’accompagnano i miei voti e la mia amicizia, che vivrá eterna per te. Io sarò sempre il tuo amico e il tuo fratello d’amore, e dividerò teco anche l’anima mia».

Sai tu ch’io vo ripetendo queste parole; e mi sento sí fieramente percosso, che sono in procinto di venire a gittarmiti al collo e a spirare fra le tue braccia? Addio, addio. Tornerò.

ore 3.

Sono andato a dire addio al Parini. — Addio — mi disse, — o giovine sfortunato. Tu porterai da per tutto e sempre con te le tue generose passioni, a cui non potrai soddisfare giammai.