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discorso terzo 255


a’ documenti ch’egli raccolse di tutte le eclissi1 sino allora conservate nelle memorie degli egizi. De’ suoi studi matematici resta il teorema della coclea, dimostrato poi con mirabile costruzione (ed applicato a grandi effetti utili anche a’ dì nostri), da Archimede2, che altamente reputava Conone e lo pianse3 con la riconoscenza del dotto e con la pietá dell’amico. Dagli encomi di Callimaco appare che Conone fosse familiare a questo principe delle lettere, e che si giovassero scambievolmente de’ propri studi.

III. E questi encomi gli procacciarono nell’aureo secolo della latinitá il canto di Properzio4 e di Virgilio5;

          In medio duo signa, Conon: et quis fuit?... alter
          descripsit radio totum qui gentibus orbem,
          tempora quae messor, quae curvus arator haberet.

Ma Servio, seguendo suo stile di gramatico, spiega «Conone, illustre ateniese, di cui scrisse a’ posteri Cornelio Nepote». Dal testo e dalla universale voce degli interpreti è chiaro che Virgilio parlava dell’astronomo. Non posso però consentire che l’«altro», il quale «descripsit orbem radio», fosse Archimede, come il Lacerda e tutta la schiera vorrebbero. Né gli espositori soltanto, ma Gioseffo Scaligero6 ed il Salmasio7, sebbene con diverse ragioni, sono nella stessa sentenza, seguita dal Pagnini8; e l’Heyne v’inclina9 ma piú volentieri intenderebbe, con Servio, di Arato, che, col poema de’ Fenomeni insegnava le stagioni.

  1. «Conon postea diligens et ipse inquisitor, defectiones quidem Solis servatas ab Aegyptiis collegit». Seneca, Quaest. natural., lib. vii.
  2. Pappus Alex., Collectiones math., lib. iv, propos. 18.
  3. Epistola ad librium de quadratura parabolae : «Caro a noi viveva Conone... Eravamo soliti di scrivere assai sovente a Conone ... Abbiam perduto quell’uomo, grande geometra... Morì; e mi lasciò amarissimo desiderio di sé; ch’egli era amico mio, e d’intelletto negli studi ammirabile».
  4. Lib. iv, eleg. i, v. 77.
  5. Eglog. ii, v. 40.
  6. De emendatione temporum, lib. I, in periodo syracusana.
  7. Exercitationes plinianae, cap. xl.
  8. Annotazioni a Virg., loco citato.
  9. In egloga iii, v. 40.